santa marta
Papa Francesco, in Vaticano si preparano alla futura degenza: come cambierà Santa Marta
Qualche giorno fa avevamo scritto di alcuni preparativi - poi interrotti bruscamente dopo la crisi respiratoria di Papa Francesco avvenuta sabato 22 febbraio - a Santa Marta, l’hotel nella Città del Vaticano che il pontefice ha scelto fin dall’inizio del suo ministero come residenza personale, per il rientro “a casa” del Papa quando sarà dimesso dalla degenza al Policlinico Gemelli.
La dimora di Santa Marta, un ex convento storicamente destinato a residenza per prelati di passaggio a Roma, fu oggetto di una totale ristrutturazione nei primi anni Novanta su commissione di Giovanni Paolo II il quale decise di allestirla con 120 monolocali pronti all’uso per i cardinali elettori partecipanti ai Conclavi. Dopo la sua elezione, avvenuta il 13 marzo 2013, Papa Francesco ha deciso di rimanervi e di non vivere nell’appartamento pontificio di rappresentanza al terzo piano del Palazzo Apostolico e ad oggi è tornata alla sua antica destinazione ospitante nunzi apostolici di passaggio a Roma e di residenza temporanea per alcuni membri della Curia romana. La struttura, che non è dotata di un ambulatorio ed è frequentata abitualmente da decine di persone, prima di accogliere nuovamente il pontefice, necessita di un intervento urgente per offrire a Papa Francesco un ambiente salubre e sicuro.
Leggi anche: Papa Francesco, “notte tranquilla”. Il bollettino dal Gemelli: niente crisi respiratorie
Nel nostro retroscena di qualche giorno fa abbiamo scritto di come siano iniziati da giorni i preparativi al rientro del Papa che certamente dovrà affrontare un periodo di convalescenza in totale sicurezza. Si è deciso come prima cosa di tornare a quanto previsto ai tempi del Covid: tutti, senza alcuna eccezione, dovranno indossare la mascherina nei luoghi comuni che spesso sono frequentati anche dal Papa in persona. Pare si stia approntando (finalmente) anche un piccolo ambulatorio interno dotato di macchinari all’avanguardia per la respirazione artificiale e anche per la riabilitazione respiratoria che Bergoglio sta effettuando già da diversi giorni al Gemelli e che dovrà proseguire anche una volta dimesso dal nosocomio romano. Bisogna infatti ricordare che Francesco ha da tempo deciso di non avere più un team medico fisso ma di affidarsi solamente ad un infermiere personale. L’uomo che ha nel quotidiano la responsabilità di curare e assistere il Papa è Massimiliano Strappetti, colui che nel 2021 lo spinse a farsi ricoverare, e successivamente operare, per la stenosi diverticolare al colon di cui il pontefice soffriva al tempo. Da quel momento il Papa si affida esclusivamente a lui - un infermiere e non un medico - quando è in Vaticano, prestandosi alla bisogna (e contro voglia) ad accertamenti al Gemelli o, preferibilmente, al distaccamento sull’isola Tiberina.
Dopo questo ricovero così lungo ed intenso si è deciso, forse con un certo ritardo, che il Vaticano ha necessità di una struttura interna per le prime emergenze che sia anche, come sarà quando Bergoglio rientrerà a casa, attrezzato per degenze e interventi “dentro la Città”. Meglio tardi che mai.