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Porta a porta, Cerno smonta le battaglie ideologiche della sinistra: “Gay? Così si torna indietro”

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Tommaso Cerno, direttore de Il Tempo, figura tra gli ospiti della puntata del 5 giugno di Porta a porta. Nel programma televisivo di Rai1 condotto da Bruno Vespa si parla anche del tema dell’omosessualità, con Cerno che segnala la stortura delle battaglie della sinistra, che così causa un effetto boomerang: “Io, che sono omosessuale, e l’ho detto quando avevo 11 anni, mi trovo da molti anni nella condizione alla rovescia, quella in cui mi sono trovato per molti anni in cui mi sono battuto perché in questa società, giustamente, fossimo tutti uguali, quando anche a sinistra non era così scontato. Oggi sembra che siccome sono gay devo pensarla come Zan, devo dire certe cose, io mi sono battuto per la libertà di espressione, proprio per la differenza - la frecciata al deputato del Partito democratico e alla linea portata avanti nel Pd -. Oggi che la battaglia del diverso è diventata la battaglia dell’uguale vi dico che un certo atteggiamento che sento a sinistra di appropriazione indebita dei diritti, che va contro la storia, perché questo Paese sui diritti è andato avanti quando si sono fatte delle grandi mediazioni, l’ultima - ricorda ancora Cerno - fu quella di Renzi, che scelse di ridurre le unioni civili un pochino perché le votasse anche Alfano, ed io mi sono sposato con mio marito. Se avessimo fatto la battaglia ideologica, che sento fare ogni tanto, saremmo ancora lì che dobbiamo andare a sposarci in Francia. Stessa cosa vale per il divorzio e per tutte le grandi battaglie, che devono portare l’Italia avanti, ma devono tenere dentro il dibattito e non l’utopia e la ragione assoluta”. 

 

 

Cerno va poi avanti nel suo discorso - in studio è presente anche il generale Roberto Vannacci - e suona l’ennesimo campanello d’allarme, rovesciando il discorso sulle battaglie per i diritti: “Se tutti i gay italiani, e ne conosco tanti, votassero tutti dalla stessa parte il Pd nei sondaggi avrebbe almeno dieci punti in più. Quindi credo che anche gli omosessuali abbiano cambiato il modo di vivere e siano un po’ più diversi e vadano rispettati anche se non la pensano tutti allo stesso modo. Altrimenti la battaglia per l’uguaglianza diventa propaganda. Siccome in questo Paese l’uguaglianza è un po’ meglio di 20 anni fa stiamo attenti, che se mettiamo troppo bandierine facciamo l’effetto opposto”.

 

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