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Guerra globale dietro l’angolo, Feltri ammonisce tutti: a un passo dal precipizio

“Sono molto preoccupato”. Inizia così La stanza di Vittorio Feltri, la rubrica con cui il direttore editoriale de Il Giornale risponde ai suoi lettori. Il giornalista in particolare si sofferma sui rischi di una guerra globale: “Progrediamo allegramente verso il conflitto mondiale che cancellerebbe in un baleno non soltanto l’ecosistema che dichiariamo di volere salvaguardare ma anche il pianeta e la civiltà. Stiamo assistendo ad una escalation di imbecillità generale. I grandi del mondo e anche i piccoli stanno giocando a chi ce l’ha più grosso. Peccato che in gioco sia la nostra pellaccia, non la loro. Attenzione. Qui non si scherza con il fuoco. Peggio, si scherza con armi nucleari. E siamo arrivati a questo punto pure velocemente, quasi senza rendercene conto, un punto che ieri ci sembrava impossibile sfiorare. Ci siamo già abituati a questa atmosfera di guerra. E alto è il rischio che essa ci entri in casa. Siamo tutti quanti a un passo dal precipizio. Ho sempre pensato che toccato l’apice, ossia il punto di massima tensione, il buonsenso avrebbe indotto gli attori coinvolti ad adottare la moderazione, a darsi insomma una calmata, una regolata. Ma ogni dì i fatti di cronaca smentiscono questa mia ingenua convinzione. A me pare che l’apice sia già stato raggiunto e che da entrambe le parti si faccia di tutto per snervare l’avversario con una serie di provocazioni sempre più forti”.

 

 

In particolare, oltre al conflitto tra Russia e Ucraina, Feltri è in ansia per ciò che sta accadendo in Medio Oriente: “Questo fronte è quello che mi agita di più, anche perché la guerra che si combatte laggiù è la guerra non convenzionale per eccellenza, la quale può essere combattuta ovunque poiché è uno scontro di civiltà, ossia di due opposte culture e religioni, due differenti stili di vita e mentalità”. E nella chiosa finale, citando Oriana Fallaci, il direttore si focalizza sugli effetti dell’odio islamico: “I missili su Israele sono missili lanciati contro un modello culturale che si vorrebbe abbattere perché è superiore a quell’altro modello che non conosce diritto, legge, libertà, democrazia, uguaglianza e parità di genere. L’Occidente tutto si è piegato per sottrarsi a questo ring. Abbiamo offerto il fianco e siamo stati arrendevoli”.