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Tommaso Cerno a Igorà: Ilaria Salis? Il vero motivo per cui Schlein vuole candidarla

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L'uso indebito dei simboli della Repubblica, il tentativo di affermare che esiste una sola voce all'interno dell'università italiana, la caccia al vip da mettere in lista. Tommaso Cerno, direttore de Il Tempo, martedì 2 aprile è tra gli ospiti di Igor Righetti a "Igorà tutti in piazza", il programma di Radio 1 Rai. Il conduttore ricorda le violente manifestazioni pro Gaza delle ultime settimane in vari atenei italiani, che hanno bloccato eventi e dibattiti di fatto censurando la libera espressione delle idee. Oltre all'università "manifestazioni politiche di protesta contro il governo le abbiamo visto davanti a Palazzo Chigi e a Bari, di fronte a quello scempio delle cosche che hanno preso in mano la città", spiega Cerno che punta il dito contro l'uso della fascia tricolore, un simbolo della Repubblica, da parte dei sindaci del Pd. Negli atenei invece "viene politicizzato un gruppo di studenti per affermare che l'Università parla per voce di un'unica forza politica", ovviamente a sinistra, e "questa cosa va combattuta da tutti i democratici", afferma il direttore. Insomma, l'università è "il luogo del sapere, del dibattito e della scienza, non è il luogo delle bandiere di partito". 

 

A proposito di sinistra, il tema chiama quello delle elezioni europee con la segretaria del Partito democratico Elly Schlein che sta considerando l'ipotesi di candidare Ilaria Salis, l'insegnante Italiana detenuta in Ungheria con l'accusa di aver partecipato al pestaggio di alcuni neonazisti.  "Il padre, conoscendo quelli del Pd, ha chiesto che se la candidano  devono dargli un seggio sicuro, che poi alle europee non esiste perché devi prendere i voti - commenta Cerno - la mia opinione è che il segretario del Pd non si fida dei suoi dirigenti e quindi preferisce cercare i suoi volti fuori dal partito". Il direttore fa poi un invito ai dem e alla sinistra in generale, ossia di "occuparsi di tutte le Ilaria Salis che ci sono in Italia - commenta Cerno -  non serve andare in Ungheria per trovare detenuti che subiscono soprusi in carcere, ragazzi che si suicidano a vent'anni, carcerazioni preventive usate fuori controllo, gli stessi tipi di manette utilizzati per Salis ma non fotografati". In conclusione, "meglio non dare tante lezioni di democrazia in giro, guardiamo in casa nostra per mettere a posto le carceri italiane invece che cercare l'ennesimo volto vip da mettere in lista". 

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