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Terrorismo, Camporini: "Sotto minaccia da 25 anni. Il pericolo sono i lupi solitari"

Edoardo Sirignano
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«Rischio attentati? Il pericolo non arriva dai barconi, facili da controllare, ma da un ambiente che favorisce tentazioni di radicalizzazione. Un terreno perfetto per quei lupi solitari che, per contribuire alla "causa", sono disponibili a qualsiasi azione. Palazzo Chigi è attento, ma non bisogna abbassare la guardia». A dirlo il generale Vincenzo Camporini, ex Capo di Stato Maggiore della Difesa. «Prefigurare ogni scenario e prepararsi a eventuali cose gravi».

 

È d'accordo con il ministro della Difesa Crosetto?
«Il terrorismo è minaccia da circa 25 anni. Avere le antenne tese per catturare i segnali è una misura di precauzione indispensabile. Detto ciò, non bisogna favorire il panico tra la gente. Nel passato abbiamo vissuto momenti drammatici e abbiamo imparato ad avere precauzioni normali quando c'è una minaccia, in questo caso mai finita. Anzi, adesso c'è un rigurgito dovuto alla drammatica situazione internazionale».

Qualche esperto di geopolitica parla di pericolo sotto la cenere...
«Il terrorismo è alimentato da motivazioni ideologiche difficili da sradicare, ammesso che sia possibile. Ci possono essere periodi di tranquillità, ma non devono indurci a limitare le attività di indagine».

L'attentato in Russia deve farci alzare la guardia?
«Nel caso di Mosca, non possiamo non considerare quanto accaduto in Cecenia tra il 1995 e il 1999, quando è stata fatta la guerra a importanti frange islamiche, che anche dopo non hanno mai avuto rapporti di amicizia con Putin. Il problema, in questo caso, è stato trascurato perché l'attenzione del Cremlino, come tutti sappiamo, era focalizzata altrove».

Esiste una minaccia terroristica anche per l'Italia?
«Purtroppo noi abbiamo avuto attentati sanguinosi. Non dimentichiamo Fiumicino. Non siamo immuni.
Come tutti i Paesi occidentali, siamo visti come nemici da combattere».

I rischi possono arrivare anche dai barconi che ogni giorno arrivano sulle nostre coste?
«Un'organizzazione che monta un attentato si sposta con mezzi molto più comodi e soprattutto non facilmente controllabili».

Come monitorare, invece, i “lupi solitari”?
«Stiamo parlando di soggetti ben radicati sul territorio che, non facendo parte di alcun gruppo, sono poco prevedibili e dunque molto pericolosi».

Sarà una Pasqua blindata quindi?
«È una festività con un importante carattere religioso. Un estremista islamico può intenderla diventare un momento significativo per commettere attentati. Ciò deve indurci ad aumentare il livello di sicurezza, anche se noi abbiamo qualcosa che in passato abbiamo insegnato ad altri. Rispetto a un allentamento dell'attenzione, non ci sono elementi di cui preoccuparsi. Tutte le sorprese, però, sono possibili».

La minaccia dell'Isis, intanto, potrebbe ricompattare un Occidente diviso?
«Non vedo problemi in tal senso, se non in una prospettiva di medio-termine, in relazione a quanto potrà accadere con le elezioni Usa».

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