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Barbara D'Urso contro Naike Rivelli, volano stracci in tribunale: "Video diffamatori"

Barbara D'Urso porta in tribunale Naike Rivelli, attrice ed attivista, figlia di Ornella Muti. Il motivo è una querela sporta per due video pubblicati nel 2019 in cui l'influencer commentava due episodi avvenuti nel corso della trasmissione "Pomeriggio Cinque" che, secondo la conduttrice, sono lesivi del suo onore e della sua reputazione.

I due filmati sono stati pubblicati sul profilo Instagram di Rivelli, avvenuta il 31 gennaio 2019: nel primo commentava un'intervista rilasciata dal critico d'arte Vittorio Sgarbi a Barbara D'Urso; nel secondo, un'intervista rilasciata da Silvio Berlusconi. Per l'accusa, la figlia di Ornella Muti lasciò intendere che il successo lavorativo di D'Urso fosse frutto non tanto delle capacità professionali ma di favoritismi di persone potenti della rete televisiva mediante espedienti legati alla sfera sessuale. Per la difesa invece nei video social veniva criticato in modo legittimo un certo modo di fare televisione. 

 

"La querela sporta da Barbara d’ Urso nei confronti di Naike Rivelli risale a cinque anni fa e non aveva ad oggetto 'siparietti ironici o sarcastici', né commenti critici 'su un modello di televisione'. Difatti, come puntualmente riportato anche nei capi di imputazione, la querela riguardava le dichiarazioni con cui Rivelli aveva pubblicamente sostenuto che Barbara d’ Urso avesse 'un amante in Mediaset', utilizzando espressioni sessiste e locuzioni di irripetibile volgarità, la cui valenza offensiva è stata riconosciuta anche dalla Procura di Alessandria che ha ritenuto di processare Rivelli per il delitto di diffamazione aggravata", si legge in una lettera inviata all’Adnkronos dai legali di D’ Urso sul processo in corso al Tribunale di Alessandria. "Le esternazioni della Rivelli, come peraltro ha spiegato proprio in occasione dell’udienza di ieri - continua il legale - si inserivano per di più nel contesto di una ossessiva campagna denigratoria, attestata da numerosissimi post e video-messaggi contro Barbara d’ Urso che Rivelli ha pubblicato prima e anche dopo la querela, a riprova del suo intento assai poco ironico e per nulla sarcastico". "In ragione di tutto ciò e del fatto che il processo si era aperto già nel gennaio del 2023 - conclude la missiva - la generica disponibilità per una ’composizione bonaria' manifestata solo all’udienza, sembra il frutto di un pentimento tardivo e assai poco sincero, come del resto dimostra anche il tenore delle dichiarazioni della signora Rivelli per come riportate dalla stampa".