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Patriarcato, Cruciani toglie il freno: "Se lo dice Cecchettin non vuol dire che..."

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Ospite a Che tempo che fa, Gino Cecchettin, il padre di Giulia, la ragazza uccisa a coltellate dall'ex fidanzato, ha battuto di nuovo la pista del patriarcato. Dopo aver annunciato nei giorni scorsi la volontà di intraprendere un nuovo percorso "civico", l'uomo nel salotto di Fabio Fazio ha detto: "Patriarcato significa che c'è un concetto di possesso. La donna vista come propietà. Utilizziamo ancora al giorno d'oggi espressioni come 'La mia donna' che sembrano innocue però non è così". Queste parole hanno aperto il dibattito a Quarta Repubblica, il programma di politica e di attualità condotto da Nicola Porro. Protagonista di "Un tavolo per due" Giuseppe Cruciani. 

 

 

"Questa è la volontà di distruggere la lingua italiana, di pensare che queste espressioni, che spesso sono innocenti, non sono espressioni violente": questa la premessa del conduttore radiofonico che, però, è subito stato bloccato da una provocazione del giornalista: "Espressioni figlie del patriarcato?". Cruciani non si è trattenuto: "Questo posso dire che, anche se lo ha detto Cecchettin, è una str****ta". "Non c'entra nulla il patriarcato, non c'entra niente l'utilizzare le espressioni 'La mia donna', 'Il mio uomo'. Sono espressioni innocenti, che usiamo nel quotidiano. Lo usano anche le donne", ha continuato. 

 

 

"È servita tutta questa esposizione dopo la morte di sua figlia?", ha chiesto in maniera diretta Porro, riferendosi alla scelta del padre della 22enne uccisa e abbandonata in un canalone. "Dicono che in queste settimane siano aumentate le denunce. Io trovo surreale parlare di cose che non c'entrano niente. Che ci sia un problema di possesso generale, lo sapevamo prima e lo sappiamo adesso", ha spiegato il conduttore de La Zanzara. E sugli haters ha aggiunto: "Se uno non dà retta agli haters è meglio, se uno dà retta agli haters è per crearsi un personaggio. Non è questo il caso". 

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