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Giulia Cecchettin, la criminologa Vagli fulmina Filippo Turetta: "Ha premeditato tutto"

Luca De Lellis
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Alla vigilia dei funerali di Giulia Cecchettin, che si terranno nella Basilica di Santa Giustina a Padova martedì 5 dicembre, prosegue imperterrito l’acceso dibattito sul tipo di reato commesso dall’ex partner Filippo Turetta. Che si sia trattato di un omicidio non vi è alcun dubbio, data anche la confessione del 21enne appena rimpatriato dalla fuga in Germania. Ma in questo specifico caso si può parlare anche di femminicidio, e quindi compreso nella micro-categoria degli omicidi premeditati? Secondo la criminologa Anna Vagli, intervenuta nella trasmissione di La7 Tagadà, “si tratta in maniera inconfutabile di un femminicidio premeditato”. Di conseguenza, Turetta dovrebbe scontare una pena detentiva maggiore rispetto al "semplice" omicidio.

 

 

L’ospite del conduttore Alessio Orsingher ha poi spiegato le ragioni che sottendono questa deduzione giuridica: “Abbiamo un ampio spettro di premeditazione. Anzitutto quando Filippo ha capito che Giulia aveva scelto di appartenere soltanto a sé stessa, e quindi non era più sotto il suo controllo, ha deciso di ucciderla”. Ma non solo, perché il ragazzo – ora recluso nel carcere Montorio di Verona – “ha preparato anche coltello, nastro adesivo, sacchi neri caricandoli in macchina, perché quell’ultima sera di sabato 11 novembre sapeva benissimo come sarebbe andata a finire”. Insomma, a opinione della criminologa Vagli, Turetta si era attrezzato organizzando tutto l’arsenale perché “il suo obiettivo era quello di ucciderla”.

 

 

La strategia difensiva dell’imputato sta vertendo sulla pista del raptus di gelosia improvviso, mostrando come prova anche il carattere remissivo e “debole” del ragazzo. Per Vagli si tratterebbe appunto di una “strategia processuale utilizzata per far credere un vizio totale o parziale per scontare in questo modo i termini di pena”. Ma nella realtà dei fatti, ribadisce con forza l’esperta, “si capisce benissimo come non ci sia stato nessun black out mentale guardando al lasso temporale nel quale è maturato l’omicidio”. Per chiosare il suo ragionamento, l’ospite rincara la dose: “Parlare di biscotti e orsacchiotti è una cosa vergognosa. Parliamo di un ragazzo sicuramente con tratti infantili, ma al contempo manipolatore e narcisista”. In ultima istanza, un avvertimento: “Bisogna stare attenti a narrazioni di questo tipo perché si rischiano fenomeni emulativi. Dire come ha fatto il padre che lui voleva solo spaventarla è pericoloso, soprattutto per ciò che si trasmette alle nuove generazioni”.

 

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