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Otto e mezzo, “molto molto grave”. Bocchino e le frasi choc dei magistrati

Francesco Forgione
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Ad “Otto e mezzo”, programma in onda su LA7 e condotto da Lilli Gruber, il tema sul quale si dibatte è l’attacco di Guido Crosetto alla magistratura. Il Ministro della Difesa recentemente, citando presunte riunioni tra togati, aveva parlato di “opposizione giudiziaria” e di manovre della magistratura contro il governo guidato da Giorgia Meloni. A dibattere sull’argomento sono gli ospiti del talk show politico del 27 novembre: il direttore del “Secolo d'Italia” Italo Bocchino e il direttore de “Il Fatto Quotidiano” Marco Travaglio. Bocchino prende la parola: “Crosetto non ha attaccato la magistratura, ha espresso solamente preoccupazione”. Continua: “Il Ministro faceva riferimento alla riunione in cui si è detto che i magistrati si devono ergere da ordine giudiziario a potere per contrastare il governo, è una cosa molto molto grave”. 

 

 

Italo Bocchino, a questo punto, elenca alcune delle frasi estrapolate dalla riunione delle toghe, ad esempio: “I magistrati devono sollevarsi e attraverso delle decisioni costituzionalmente orientate, posso indirizzare e mutare il momento buio che stiamo vivendo, una deriva di allontanamento dalla civiltà”. Dopo questa dichiarazione, interviene Marco Travaglio: “Italo, possiamo sapere da dove hai avuto queste notizie? Chi erano i congiurati?”. Bocchino non si sbottona e punzecchia Travaglio: “Se ti sforzi ci arrivi, li conosci, sono amici tuoi”. Il direttore de “Il Fatto Quotidiano” replica sbigottito: “ma chi li conosce?”. “Il magistrato deve fare politica con le sentenze, in nome della Costituzione contro i poteri forti”, “Il magistrato democratico è tale solo se è un magistrato contro il potere”, le altre due frasi di questa riunione riferite poi nello studio di La7. Il direttore del “Secolo d'Italia” conclude commentando le dichiarazioni di Crosetto: “Naturalmente Crosetto ha espresso preoccupazione politica riguardo le frasi dei magistrati senza attaccare nessuno, più trasparente di così non può essere. Non è compito suo sapere se queste cose sono un reato”.

 

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