botta e risposta

La Russa, Sansonetti sbotta: "Ma cosa gliene frega?", gelo a Controcorrente

Piero Sansonetti torna sulle sue parole su Ignazio La Russa, il presidente del Senato il cui figlio è accusato di violenza sessuale. Oggi è stato disposto il sequestro del cellulare di Leonardo Apache ma non della sim, che è intestata a una società riconducibile al padre. La conduttrice di Controcorrente Estate, Veronica Gentili, chiede al direttore dell'Unità un commento sulla sua richiesta di dimissioni di La Russa fatta nella stessa trasmissione, qualche giorno prima. Il giornalista chiarisce che non chiede nulla, ma per lui dovrebbe essere la seconda carica dello Stato a fare un passo indietro. "Sarebbe saggio e intelligente lasciare l'incarico perché questo gli permetterebbe di essere molto più libero di difendere suo figlio", spiega Sansonetti nella puntata di sabato 15 luglio del talk di Rete 4.

 

Sul fronte delle indagini "il telefono è stato sequestrato, non è stata sequestrata la sim per motivi burocratici" ma nella scheda "non c'è nulla, ci sono dei numeri di telefono, non credo che cambi niente e non mi pare che ci sia un grande ostacolo alle indagini". La questione, rimarca Sansonetti, è che "La Russa in questa vicenda non c'entra nulla e quindi è sbagliato chiedere le sue dimissioni. Non ha senso chiederle, ma penso che farebbe bene a darle lui". Il giornalista afferma che non ha senso chiedere a La Russa di dimettersi per "una dichiarazione sbagliata per difendere suo figlio. Chiunque lo farebbe". 

 

Insomma, in sintesi ci sono "motivi personali e di opportunità e di rapporto con la politica" per cui La Russa dovrebbe fare un passo indietro, anche perché "conosce la politica, la fa dal '65, ha pure fatto a botte...", afferma Sansonetti che alla fine sbotta: "Ma che cosa gliene frega della Presidenza del Senato? Cosa gliene può fregare? Visto che è convinto che sia giusto difendere suo figlio" la lasci, conclude il giornalista.