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Elezioni, la profezia di Vittorio Feltri: "Perché la sinistra è destinata a perdere"

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La discussione in seno al centrodestra sull'opportunità del terzo mandato per i governatori d'Italia ha aperto un dibattito tutto interno al centrodestra. Ne parla anche Vittorio Feltri nella sua rubrica "La stanza di Feltri" pubblicata il 16 febbraio su Il Giornale. Il direttore editoriale mette soprattutto in evidenza che, come sempre, il centrodestra saprà trovare una sintesi e un accordo soprattutto in vista delle prossime consultazioni elettorali. Qualità che, invece, manca completamente alla pseudo alleanza di centrosinistra. "A mio avviso - scrive Feltri su Il Giornale - quantunque la democrazia preveda l'alternanza, l'eventualità che un sindaco o un presidente di Regione venga rieletto non rappresenta un attacco o un insulto alla democrazia. Non è una ipotesi allarmante. Infatti, chi voterebbe e quindi eleggerebbe queste figure? Sarebbe sempre il popolo sovrano. Ne consegue che un primo cittadino al suo terzo mandato sarebbe comunque designato dall'elettorato e non calato dall'alto. Mica verrebbero abolite le elezioni, imponendo una sorta di ducetto locale. Ecco perché il terzo mandato in sé non contravviene ai principi cardine della democrazia e dello Stato di diritto...Ad ogni modo, ribadisco. Se affermassimo che il terzo mandato è illegittimo e illiberale, allora dovremmo del tutto escluderlo per qualsiasi ruolo istituzionale e qualsiasi carica. Tuttavia, mi pare che i parlamentari, ad esempio, possano essere eletti per 3 e anche 4 o 5 legislature. Per loro non sono previsti limiti. E faccio notare che essi sono direttamente designati dai partiti".

 

 

 

 

Infine la certezza che i partiti di centrodestra sapranno trovare una sintesi adeguata: "Sono sicuro che Meloni e Salvini troveranno un accordo e che questi dissapori, quantunque esistano effettivamente, siano parecchio enfatizzati dai media, che vorrebbero che l'intesa naufragasse - spiega Feltri dalle colonne de Il Giornale - Insomma, nessun rischio che il sodalizio possa entrare in crisi e l'unione dei partiti di centrodestra spezzarsi, lo assicuro. I leader di questa parte politica hanno dimostrato di essere capaci di superare contrasti ben più importanti, di mediare per il bene proprio e pure del Paese. Ed è anche normale che ci siano, all'interno della coalizione, posizioni e convinzioni differenti, altrimenti non vi sarebbe che un partito unico. Sono semplicemente sintomo di una sana democrazia, queste antinomie. Armonizzarle conciliando le diverse vedute risulta abbastanza agevole ai leader del centrodestra, che rimane compatto. È la sinistra ad essere frammentata. Ed è anche questa la ragione per la quale essa è destinata a perdere" sistematicamente".

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