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Ora l'Europa usi ragione e realismo

Davide Vecchi
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Questa Europa non ci piace. Troppa burocrazia e distante da imprese e cittadini. Serve un cambiamento. Che non significa distruggerla o abbatterla ma, molto più semplicemente, renderla un vero luogo di mediazione degli interessi di tutti. Questo il messaggio portato oggi a Bruxelles dagli agricoltori, sia quelli che protestano come i francesi e i tedeschi, sia gli italiani che non hanno lo stesso problema, visto che l’esecutivo Meloni non ha tagliato i fondi, ma che chiedono un cambio di passo nei regolamenti comunitari per il settore. Norme nate prima della pandemia e del conflitto in Ucraina che hanno messo a nudo la fragilità del Vecchio Continente dal punto di vista degli approvvigionamenti alimentari.

Ora la sicurezza di avere cibo in situazioni di emergenza prevale su tutto, anche sulla necessità di limitare la produzione obbligando i contadini a lasciare incolti parte dei loro campi. Guerra, Covid e inflazione hanno cambiato le carte in tavola. E modificato priorità e obiettivi. Ora tocca a Bruxelles adeguarsi. Oggi nel centro dell’Europa si tiene un Consiglio europeo decisivo. Sul tavolo c’è l’accordo a ventisette sulla revisione del bilancio pluriennale. Un documento che divide i fondi tra gli Stati e imposta le linee di sviluppo. Le decisioni orientano il futuro dell’Unione e dei suoi partner. Oltre alla calcolatrice serve la testa e il coraggio del realismo.

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