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Ci sono piccoli paesi con più senso di comunità di un partito politico

Gabriele Di Marzo
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È oggi l’ultimo dell’anno, ma sarà domani il primo Capodanno da uomo libero per il pastore sardo Beniamino Zuncheddu. 33 anni in carcere da innocente. Accusato di quella che in Sardegna si ricorda come la «strage di Sinnai», da sempre dichiaratosi estraneo ai fatti. Il 2023 sarà l’anno che non dimenticherà mai più. E anche il 1991: era l’8 gennaio quando il suo calvario giudiziario ebbe inizio. Nella storia di Zunccheddu c’è una tassello che accende un filo luminoso in un buio fatto di solitudine e dolore. È Burcei, suo paese d’origine, che per anni haportato avanti continue manifestazioni di protesta per chiedere la sua libertà.

Perché la consapevolezza del «Potrebbe succedere a chiunque, ma finchè non ci tocca poco ci crediamo», ci è chiara solo quando si materializza davanti ai nostri occhi. Quando tocca un nostro familiare, un amico stretto, un conoscente fidato. È un paradigma valido per tutti, tranne che per certa politica. Perché la vicenda che riguarda l’ex senatore dem, Stefano Esposito (nella foto) non può essere mera cronaca di questi giorni. Intercettato, senza alcuna autorizzazione, per 500 volte. Come se nulla fosse, o peggio ancora come se fosse tutto normale.

Quelle intercettazioni non sono utilizzabili e quindi il rinvio a giudizio per corruzione e traffico di influenze è annullato. Parola, due giorni fa, della Corte Costituzionale. Nel frattempo, Esposito è stato messo all’angolo dalla sua stessa parte politica, una parte della sinistra, solo perché una accusa di corruzione è scomoda dal punto di vista mediatico. Un partito che, evidentemente, ha dimostrato di essere mille gradini sotto rispetto alla comunità di Burcei. Che meglio di tutti ci spiega come, per chi vive questi calvari giudiziari, ci sono giorni, mesi ed anni di solitudine, ansie e sofferenze. Perché in una scala di umane paure, la privazione della libertà credo sia seconda solo alla morte e alla malattia.

Anche se, alcune storie drammatiche, ci presentano una narrazione e un finale purtroppo diverso. Quando la forza di volontà viene meno e la speranza cede il passo alla umana debolezza, la privazione di ogni libertà ci sembra uno scoglio insormontabile. Soprattutto quando c’è una verità che non riusciamo a dimostrare. Nella cronaca delle ultima settimane, la lezione di Burcei è netta e chiara. Il piccolo paese sardo che, dopo anni di dure battaglie, ha festeggiato il ritorno alla libertà di Beniamino Zunccheddu. E che, senza mezzi termini, ha dato una grande lezione ad una comunità politica che, fino a qualche decennio fa, era paladina di garantismo. Poi arrivò Berlusconi. E il loro garantismo, per partigianeria, andò in pensione...

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