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Vi svelo i segreti della vita di Andrea Giambruno

Davide Vecchi
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Ieri pomeriggio ho moderato un dibattito ad Atreju. In meno di dieci minuti ho incrociato o intravisto i ministri Carlo Nordio (giustizia), Giuseppe Valditara (istruzione), Gennaro Sangiuliano (cultura), Marina Elvira Calderone (lavoro), Francesco Lollobrigida (agricoltura), una manciata di senatori e deputati, viceministri e sottosegretari, ex ministri vari (tra cui Cesare Damiano e Maurizio Sacconi), Carlo Cottarelli, don Maurizio Patricello, il sottosegretario Alfredo Mantovano, Matteo Renzi, il segretario della Cisl, Luigi Sbarra, il direttore generale della Rai, Giampaolo Rossi e molti altri. Insomma c’era il mondo: la pacchia per qualsiasi giornalista. Basta saper formulare le domande giuste. Senza contare chi era passato in mattinata (Giancarlo Giorgetti su tutti) e chi dopo le 18. Eppure in serata ho scoperto che per molti la notizia della seconda giornata di Atreju nulla c’entrava con alcun esponente di governo, né politico, né rappresentante di categoria, né tantomeno con gli argomenti trattati nei dibattiti (fisco, lavoro, manovra, giustizia, ecc ecc). 

 

No. La «notizia del giorno» – per molti giornalisti – è diventata la presenza di Andrea Giambruno. E l’ho scoperto perché alcuni colleghi (sigh) ieri sera mi hanno chiamato perché ci hanno visto insieme, chiedendomi se lo conosco. Ebbene sì, conosco Andrea. Anzi: lo considero un amico. Siamo amici e ne vado fiero. Mi rende molto meno fiero invece far parte di una categoria che annovera tra i «giornalisti» soggetti che rincorrono e piantonano una persona che cortesemente dice di non voler parlare, sottoponendola a domande ridicole tipo «perché sei ad Atreju?», «hai parlato con Arianna? Con Lollobrigida?», «Che ci fai qui?». Ma che ci deve fare? È casa sua. E perché non dovrebbe esserci?

 

Vista la morbosa curiosità nei suoi confronti mi prendo la libertà di svelarvi qualche «notizia» che lo riguarda e che immagino possa interessarvi. Andrea Giambruno mangia, anche due volte al giorno. Si lava regolarmente, shampoo compreso. Ah, credo questo vi tranquillizzi: ha cura del ciuffo. Lavora, mi risulta ogni giorno, dal lunedì al venerdì. Ha, in pratica, quella che solitamente viene definita una vita regolare. Direi quasi noiosa. Normale. Se non fosse per le aggressioni inopportune e le domande fuori luogo che gli ricordano quanto spacciato sembri non tanto il Paese quanto il giornalismo del nostro Paese. Dimenticavo: Andrea Giambruno parla pure. Sì. Ieri, finito l’inseguimento gossipparo, entrando nella sala Enrico Mattei dove mi ha accompagnato, ha detto: «Ma ti pare che mi chiedono cosa ci faccio qui? Questa è casa mia, questa è la mia famiglia e lo sarà sempre». Il suo suggerimento (implicito) è scontato ma lo traduco: si risponde a domande sensate.
 

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