Il commento

Elezioni, la raccolta firme per presentare le liste è un oltraggio alla democrazia

Gianluigi Paragone

Che democrazia è quella dove i giocatori attuali vietano di fatto la partecipazione dei nuovi partiti alla partita elettorale? Finalmente la questione delle firme è uscita dalle chat e sta diventando un tema di riflessione più generale. Conosco l'obiezione: se non ci fossero dei filtri avremmo delle schede elettorali formato lenzuolo. A parte che ci sono Paesi dove non è richiesto un numero di firme da raccogliere e che alle amministrative è una gara a metter su liste civiche a sostegno dei candidati alla carica di sindaco con risvolti finanche grotteschi, ma tralasciamo. E rilanciamo mettendo in fila alcune considerazioni sulle quali ci piacerebbe un confronto col Capo dello Stato se soltanto non avessimo il sospetto che sia egli stesso il primo a non volere disturbatori in gara.

 

Che senso ha discutere di disaffezione al voto e poi ostacolare forze che rappresentano il dissenso rispetto al mainstream?

Quel tipo di partiti e/o movimenti potrebbero scongelare dei voti e farli partecipare alle dinamiche parlamentari. E passo al punto successivo.
Qualcuno si è posto il tema del dissenso dentro o fuori dal Parlamento? Averlo dentro significa consentire alla democrazia di confrontarsi con se stessa, con la sua stessa maturità: che razza di democrazia è quella che non è capace di tollerare o gestire il dissenso che pur nel Paese c'è. Per chi infatti non avesse un «amico» con un simbolo valido per la corsa, non resta - al momento - altro che gareggiare contro il tempo, contro una burocrazia elettorale maniacale (una politica incapace di semplificare l'accesso alla corsa elettorale, come pensate che possa ridurre il carico di burocrazia per cittadini e imprese?) e contro le vacanze estive, periodo in cui la gente va fuori dal comune di residenza e quindi non può firmare per sostenere un partito che voterebbe. L'anticipazione delle urne dimezza il numero di firme da raccogliere per validare le liste elettorali. Insomma, niente firme, niente simbolo sulla scheda.

 

Il numero ridotto dunque è dalle 750 alle 1000 firme, le quali vanno raccolte per circoscrizioni elettorali (collegi) e convalidate al momento della firma da un soggetto certificatore, che può essere un avvocato, un cancelliere, un notaio, un parlamentare, un sindaco o un consigliere comunale. Fare questo lavoro di per sé non è agevole, farlo durante le vacanze diventa una scalata.

Se è vero che ci aspetta un autunno difficile, caratterizzato da crisi di natura economica, occupazionale, imprenditoriale, allora sarà altrettanto vero che governi senza opposizioni in Parlamento vere e finanche crude, dovranno fare i conti con un'altra opposizione, quella in piazza. Cosa faranno al Viminale, caricheranno licenziati, falliti, poveri, disoccupati, disillusi? Ordineranno cariche e azioneranno idranti? Una cosa è certa, la politica o si fa in Parlamento o si fa nelle piazze.

 

Quale proposta allora? Semplice, se l'eliminazione delle firme non è possibile tout court, allora può valere almeno per i partiti che si sono formati nella legislatura e hanno costituito gruppo o componente almeno in un rampo del Parlamento. Oppure ancora per chi sia regolarmente iscritto al Registro dei Partiti e abbia partecipato all'ultima raccolta del 5 per mille. Non va bene? Allora si prenda per buono lo sconto che alla diciassettesima legislatura votarono col Rosatellum: 350 firme.

L'ultimo punto riguarda invece gli appelli a unire tutte le forze antisistema in una lista unica. Intanto non vedo perché le diverse identità debbano cancellarsi per il solo fatto di essere opposizione ai governissimi. È un anno abbondante che lavoro per Italexit: abbiamo superato i requisiti per l'iscrizione al registro dei partiti (quindi valutazione sullo statuto interno), abbiamo organizzato manifestazioni importanti, proposte di legge, flashmob, abbiamo avviato la campagna tesseramento e fatto congressi. «Per l'Italia - Italexit» è stata quotata dall'istituto di Pagnoncelli al 4 per cento sulla base di uno studio dettagliato e serio. Perché quindi dovrei rinunciare a un simbolo già noto e dare vita a un nuovo contenitore?