il commento

Referendum, chi non ha votato ora non ha diritto di lamentarsi: condannati all'ingiustizia

Alexandro Maria Tirelli - avvocato e presidente delle Camere penali del diritto europeo e internazionale

Diceva il grande Indro Montanelli: «Vedo un futuro per gli italiani ma non per l'Italia». E dopo il clamoroso fallimento del referendum sulla giustizia di domenica scorsa questa profezia è ancor più attuale. L'affluenza irrisoria alle urne non solo fotografa il distacco della base elettorale dalla politica ma restituisce l'immagine di un Paese profondamente disinteressato, per ignoranza e lassismo, alla partecipazione sulle decisioni riguardo agli architravi della nostra repubblica. Qual è appunto il (mal)funzionamento della giustizia. Il televoto dell'Isola dei famosi, che riscuote più coinvolgimento dei quesiti della consultazione referendaria - boicottata, per di più, dagli stessi partiti proponenti - ci fa capire che gli italiani, quando decisero di fare dei Cinquestelle il partito più votato d'Italia, nel 2018, non ambivano alla democrazia diretta ma più semplicemente a un obolo di cittadinanza. Lo hanno ottenuto, e tanto basta.

 

 

L'Italia non è certo morta col referendum sulla giustizia. È stata giustiziata insieme ad Aldo Moro e del suo cadavere è stato scempio con la distruzione scientifica di Bettino Craxi con il golpe bianco pomposamente definito Tangentopoli. Allora si è consumato lo switch off che ha consegnato il potere dalle istituzioni democratiche alle Procure. Potere che la Politica non è più stato in grado di riconquistare accontentandosi di accarezzare il leone sperando di essere risparmiata.

 

 

C'è una splendida battuta di Gary Oldman nei panni di Winston Churchill nel film «L'ora più buia» che dice: «Non si può ragionare con una tigre quando la tua testa è nella sua bocca». È esattamente così. Gli italiani, disertando il referendum, hanno deciso non solo di lasciare la testa nella bocca della tigre ma hanno dichiarato che non si opporranno alla decapitazione. All'epoca dell'impero romano siamo stati i dominatori del mondo conosciuto. Oggi siamo ridotti a una caricatura di democrazia. Non ci resta, quindi, che spingere i nostri figli ad allontanarsi dal Paese per cercare fortuna altrove, consapevoli ormai che la dittatura soffice si è improvvisamente irrigidita, e che l'Italia ha da oggi rinunciato a ogni possibilità di evoluzione del sistema attuale in un sistema giusto. Da oggi dobbiamo tutti avere un po' più paura. Ma quelli che hanno scelto la via dell'ignavia non avranno il diritto di lamentarsi.