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Deloitte: prosegue la frenata del mercato dell'arte globale

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In uno scenario di forti tensioni geopolitiche e incertezza macroeconomica, il mercato dell’arte continua la frenata iniziata nel 2023. Nel 2024, la domanda globale di beni da collezione ha infatti segnato un’importante flessione causata dal protrarsi dalle tensioni internazionali, che ha determinato una riduzione della capacità delle case d'asta di reperire opere di qualità in un mercato più cauto, con collezionisti meno propensi al rischio. Questi elementi hanno determinato una contrazione del fatturato annuo complessivo del -26,2% rispetto al 2023, che ha riguardato la pittura, ma anche i “Passion Assets”.

È quanto è emerso dalla presentazione a Roma, presso l’Auditorium Deloitte di Via Veneto, di “Il mercato dell’arte e dei beni da collezione 2025”, il report annuale di Deloitte Private dedicato ai trend del mercato dell'arte e dei beni da collezione. Nel corso dell’evento Deloitte Private ha fatto il punto anche sui primi sei mesi del 2025. La presentazione dei risultati semestrali, inoltre, è stata arricchita dalla testimonianza dell’artista Emilio Isgrò sulle attività da lui svolte a Castel Gandolfo a sostegno del progetto pontificio del “Borgo laudato si”, e ha visto la partecipazione di Fabiana Ciafrei, Socio Fondatore Minerva4art, Cristiano Collari, Responsabile Sede Milano Pandolfini Casa d’Aste, Sonia Farsetti, Consigliere Gruppo Apollo e Renata Cristina Mazzantini, Direttrice della Galleria d’arte Moderna e Contemporanea di Roma e Veronica Siciliani Fendi, Sales Associate Galleria Continua e collaboratrice RHINOCEROS e FOROF.

«A partire dal 2023, anche a causa delle turbolenze geopolitiche che hanno portato venditori e acquirenti ad una fase riflessiva, il mercato dell’arte e dei beni da collezione internazionale vive un momento di significativo calo nei risultati. È tuttavia un segnale positivo per il futuro del settore l’ingresso sul mercato di una nuova generazione di collezionisti, più giovani e con gusti in evoluzione, come ben dimostrato dai più recenti trend d’acquisto», ha spiegato Ernesto Lanzillo, Partner e Leader di Deloitte Private.

«L’ingresso dell’intelligenza artificiale nel mercato dell’arte è uno dei trend più rilevanti degli ultimi anni. L’AI sta assumendo un ruolo sempre più centrale sia come strumento di analisi e previsione — utile per aumentare tracciabilità e trasparenza — sia come nuovo medium creativo. Emblematico il caso di un’opera realizzata da un robot umanoide, venduta per oltre 1 milione di dollari nel 2024. Tuttavia, l’uso dell’AI in ambito artistico solleva anche interrogativi sulla possibile standardizzazione dei processi creativi», ha detto Barbara Tagliaferri, Art&Finance Coordinator di Deloitte Italia.

«Il primo semestre 2025 conferma il crescente interesse per i Passion Assets, ossia i beni da collezione diversi dalle opere d’arte. In controtendenza rispetto alla pittura, questo segmento registra un +1,2% di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2024. La crescita è guidata da design, fotografia e vini da collezione, anche grazie alle nuove generazioni che si affacciano al mondo del collezionismo con meno esperienza e, spesso, minori disponibilità economiche», ha aggiunto Roberta Ghilardi, Art&Finance Senior Manager di Deloitte Italia.

«Il mercato dell'arte internazionale sta attraversando una fase di profonda trasformazione, spinto da fattori economici, tecnologici e generazionali che ne stanno ridefinendo le dinamiche. Le mutevoli condizioni economiche, la concorrenza con altri investimenti di rischio alternativi, tra cui anche le start up legate al mondo dell'intelligenza artificiale, hanno reso gli investimenti in arte meno speculativi, penalizzando il fatturato global per il secondo anno consecutivo, dopo il clamoroso risultato ottenuto nel 2022», ha commentato Pietro Ripa, co-autore del Report e Group Manager di Fideuram.

Il primo semestre del 2025 è stato segnato da una contrazione del 7,6% del fatturato delle principali case d’asta internazionali – Christie’s, Sotheby’s e Phillips – rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il calo è ancora più netto se paragonato al primo semestre 2023, con una flessione del 32,4%. Tra i segnali più evidenti, si evidenzia che nessuna opera ha superato la soglia dei 50 milioni di dollari nei primi sei mesi del 2025, in continuità con la drastica diminuzione del numero di top lot sopra i 100 milioni registrata nell’ultimo triennio, scesi da sei nel 2022 a uno nel 2024.

Gli Stati Uniti confermano la propria leadership nel mercato dell’arte, con tutti i top lot del semestre aggiudicati a New York. In Europa, Londra si mantiene al vertice, mentre Parigi continua a guadagnare terreno e Milano si distingue per il segmento Design. In Asia orientale si registra un lieve rallentamento, ma Hong Kong resta una piazza chiave subito dopo New York e Londra, soprattutto nel comparto dei vini e arte contemporanea. Il 2025 segna un punto di svolta per il Medio Oriente: l’8 febbraio si è tenuta a Diriyah “Origins”, la prima asta di Sotheby’s in Arabia Saudita. A febbraio 2026 debutterà Art Basel Qatar a Doha. Le vendite mostrano ottimi risultati sia per artisti locali che occidentali, con un tasso di venduto medio superiore al 75%. Gli acquirenti locali mostrano un gusto sempre più autonomo, preferendo arte mediorientale.

L’Italia prova a rafforzare il proprio posizionamento nel mercato dell’arte internazionale grazie alla nuova aliquota IVA al 5%, approvata dal Consiglio dei Ministri il 20 giugno 2025. È la più bassa d’Europa, sotto Francia (5,5%), Germania (7%) e Svizzera (8,1%). Questa misura, insieme alla possibile futura riforma su notifiche e circolazione dei beni culturali, potrebbe rilanciare strutturalmente il mercato italiano, aumentandone la competitività e provocando esternalità positive su tutto il comparto culturale.

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