peste suina

Roma, la protesta della Coldiretti contro l’invasione dei cinghiali: calamità e pericolo da abbattere

Blitz di oltre duemila agricoltori, allevatori, pastori e cittadini da diverse regioni contro l’invasione dei cinghiali nella Capitale in piazza SS. Apostoli per chiedere di fermare una calamità che diffonde la peste suina, distrugge i raccolti, aggredisce gli animali, assedia le stalle e causa incidenti stradali con morti e feriti, anche recenti. Un pericolo concreto nelle campagne ma anche all’interno dei centri urbani per cittadini e turisti con un danno incalcolabile per l’immagine dell’Italia nel mondo. Nella piazza piena di gente, sottolinea la Coldiretti, hanno sfilato le sagome di un branco di cinghiali a grandezza naturale per dimostrare concretamente cosa significa trovarseli di fronte in strada, nei campi o davanti alla propria abitazione. 

 

  

 

Gli allevatori della Coldiretti hanno anche portato in piazza i prodotti tipici Made in Italy che rischiano di scomparire a causa della peste suina che colpisce i maiali ma non l’uomo. Gruppi di giovani manifestano la propria preoccupazione con animati e colorati flash mob. Molti dei presenti hanno denunciato storie personali con drammatiche conseguenze per cose, animali e persone. Sul palco domina la scritta #bastacinghiali mentre sugli striscioni si legge “Cinghiali, un pericolo nei campi e sulle strade”, “Dopo il Covid la peste dei cinghiali”, “Contro la peste suina fermiamo l’assedio dei cinghiali”, “Noi seminiamo, i cinghiali raccolgono”, “Difendiamo il nostro territorio”, “Diventeremo noi una specie protetta”, “Abbattiamoli !!!”. 

 

 

“Per fermare l’invasione dei cinghiali nelle campagne e nelle città siamo pronti a chiedere l’intervento dell’esercito”, è quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini a conclusione del blitz. “Questa è l’ultima manifestazione pacifica che facciamo, se non otterremo risultati la prossima volta saremo a Montecitorio - ha denunciato Prandini - poiché non è assolutamente sostenibile la situazione nella quale ci hanno messo. A causa dei cinghiali abbiamo persi ottocentomila ettari coltivati, mettendo a rischio la nostra capacità produttiva in un momento peraltro delicato a causa della guerra in Ucraina. È paradossale che con i costi fuori controllo noi dobbiamo spendere di più per coltivare e il raccolto ci vien distrutto dai selvatici. Ma ci sono anche agricoltori che hanno addirittura perso la vita a causa dei cinghiali - ha continuato il presidente della Coldiretti - e in un Paese normale ciò non dovrebbe essere possibile. La Prefettura di Roma cui ha annunciato che farà il provvedimento di abbattimento, ma non deve valere solo per la Capitale o la Regione Lazio, noi ci aspettiamo che già nei prossimi giorni lo stesso provvedimento sia attuato a livello nazionale - ha concluso Prandini - per porre fine a una situazione paradossale che ha già visto chiudere decine di migliaia di aziende agricole”.  Il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, nel suo intervento alla manifestazione ha annunciato subito un‘ordinanza per l’abbattimento e per il prolungamento dell’attività venatoria.