La Svezia taglia gli aiuti a quattro Paesi africani per dare armi all'Ucraina
La Svezia ha annunciato che interromperà gli aiuti a Zimbabwe, Tanzania, Mozambico e Liberia e chiuderà tre ambasciate per liberare fondi a favore dell’Ucraina in guerra con la Russia. Anche la Bolivia figura in questo elenco. Le ambasciate svedesi in Bolivia, Liberia e Zimbabwe, dove gli aiuti allo sviluppo costituivano l’attività principale, chiuderanno i battenti, ha dichiarato il ministro svedese per la Cooperazione internazionale Benjamin Dousa. Questi cambiamenti saranno attuati gradualmente ed entreranno in vigore il prossimo anno. "Il governo prevede di aumentare gli aiuti all’Ucraina di almeno 10 miliardi di corone (circa 913 milioni di euro. Ciò significa che ora dedichiamo quasi il 20% dei nostri aiuti totali a questa causa specifica", ha sottolineato Dousa.
Negli ultimi 25 anni, gli aiuti svedesi destinati a questi quattro paesi africani hanno superato i 50 miliardi di corone. Stoccolma ha operato una svolta dall'arrivo al potere nel 2022 di un governo conservatore, sostenuto da un partito di estrema destra anti-immigrazione. Ora, questi aiuti mirano in parte a ridurre l’immigrazione e ad accelerare le espulsioni, considerate priorità. La Svezia ha quindi posto fine, lo scorso anno, agli aiuti all'Iraq e intende subordinare quelli versati alla Siria. "Per troppo tempo gli aiuti svedesi sono stati troppo dispersi. Abbiamo agito come un irrigatore, il che ha comportato una mancanza di controllo", ha affermato Dousa. "In molti casi non sappiamo nemmeno se siano stati utili". Dal 1962 la Tanzania ha ricevuto 70 miliardi di corone (6,4 miliardi di euro).
Secondo il ministro, "diversi paesi, in particolare in Africa, hanno sviluppato da decenni una vera e propria dipendenza dagli aiuti che ha potuto indurre questi paesi a non intraprendere tutte le riforme che avremmo voluto vedere". Diverse organizzazioni ed esperti hanno contestato queste argomentazioni. "Si tratta di un abbandono dei movimenti democratici che abbiamo sostenuto a lungo con buoni risultati", ha deplorato Mattias Brunander, segretario generale dell'ong Diakonia che opera in particolare in Tanzania. "Purtroppo, la politica del governo ha come conseguenza il trasferimento degli aiuti ad altri settori. Ad esempio, per favorire il commercio svedese, le imprese svedesi o anche le espulsioni", ha affermato Julia Schalk, responsabile dell'organizzazione Water Aid, che lavora per garantire un accesso equo all'acqua potabile in tutto il mondo.
Dai blog
Generazione AI: tra i giovani italiani ChatGPT sorpassa TikTok e Instagram
A Sanremo Conti scommette sui giovani: chi c'è nel cast
Lazio, due squilli nel deserto