woke all'assalto
Francia, la cancel culture divide Biarritz: il giudice cambia nome a "La Négresse"
Biarritz dovrà cancellare La Négresse, il celebre quartiere del centro storico della cittadina balneare con vista sull'Oceano Atlantico. La corte amministrativa d'appello di Bordeaux ha ordinato ieri al municipio di cambiare il nome. "La Négresse", che in italiano può essere tradotto come una parola che indica una donna di colore, secondo i giudici francesi è un termine "offensivo legato alla tratta degli schiavi" e "degradante per le persone di origine africana". Ovviamente dovrà essere modificato anche l'appellativo di rue de la Négresse, la strada che attraversa il quartiere. Il sindaco di Biarritz, Maïder Arosteguy, del partito centrista Les Republicains, ha protestato contro questa decisione, spiegando che “il nome deriva dalla tradizione e che non è affatto razzista”.
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La Négresse era nella realtà una donna africana che nell'Ottocento lavorava come oste e gestiva una locanda, una donna emancipata per quei tempi, benvoluta dai residenti della località balneare tanto da dedicarle il quartiere quando morì. Fu proprio lei, ricorda il sindaco, "a servire vino quando l'esercito di Napoleone Bonaparte si fermò nella nostra città". Ma come è iniziata questa incredibile vicenda che ha visto trionfare, almeno per il momento, la "cancel culture"? Nel 2020 l'associazione Memoires et Partages, che combatte l'eredità della schiavitù e del colonialismo, ha chiesto al sindaco Arosteguy, di abrogare due deliberazioni, una del 1861 che denominava il quartiere La Négresse, e l'altra 1986 che ne confermava l'intitolazione. Il municipio si è rifiutato, spingendo gli attivisti ad avviare un'azione legale partendo dal presupposto che il soprannome sia associato a un crimine contro l'umanità, cioè alla deportazione di milioni di africani per lavorare come schiavi nelle piantagioni delle colonie, inglesi ma anche francesi. La corte ha affermato, citando gli storici, che il quartiere precedentemente noto come "Harausta hamlet" potrebbe aver preso il nome da una "donna dalla pelle molto scura" che gestiva una locanda e "il termine La Negresse evoca oggi, in modo degradante, l'origine razziale della donna la cui identità non è stata formalmente identificata". Il ricorso era stato respinto il 21 dicembre 2023. Gli attivisti si erano opposti in sede legale contro la decisione. La Corte d'appello si è cosi pronunciata a favore dell'associazione, annullando la precedente sentenza del tribunale e ordinando al sindaco di Biarritz di "deferire la questione entro tre mesi al consiglio comunale affinché possa annullare le deliberazioni in questione".
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I magistrati transalpini hanno rilevato che "l'evoluzione semantica" della parola le conferisce ormai una "connotazione offensiva" che potrebbe "minare la dignità umana". Nel 2001 la Francia ha riconosciuto formalmente la tratta degli schiavi e la schiavitù come crimini contro l'umanità. "La Négresse è il simbolo di una donna che si è liberata e si è ribellata allo status di schiava. Il nome non ha nulla di razzista", insiste il sindaco Arosteguy, che ora non esclude di presentare ricorso al Consiglio di Stato. La "cancel culture " ha spesso risvolti tragicomici che non prendono in considerazione la storia del Paese e il contesto storico in cui una decisione è maturata, come fa notare il senatore Max Brisson, "altrimenti dovremmo rinominare anche Cap Nègre, in Guascogna".