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Iran, "dovranno contare in secondi": la minaccia in caso di contrattacco

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Il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha assicurato l’omologo russo, Vladimir Putin, che gli attacchi di Teheran contro Israele sono stati limitati e che la Repubblica islamica non è interessata a una escalation. Secondo la nota diffusa dal Cremlino dopo il colloquio, "Raisi ha sottolineato che le azioni dell’Iran sono state obbligate e di natura limitata, e allo stesso tempo ha sottolineato che Teheran non è interessata a un’ulteriore escalation della tensione". Se Israele dovesse reagire al raid di sabato scorso, però, la risposta iraniana arriverebbe nel giro di "secondi", ha dichiarato il vice ministro degli Esteri iraniano, Ali Bagheri Kani, sottolineando che lo Stato ebraico riceverà una risposta "dura e risoluta" in caso di rappresaglia.

 

 

"Non passeranno più 12 o 13 giorni tra la mossa del regime sionista e la potente risposta dell’Iran. I sionisti dovranno contare in secondi, non in ore", ha detto il vice ministro, riferendosi al tempo passato tra il raid contro il consolato iraniano a Damasco e la risposta di sabato scorso. Allontana, come premesso, l'idea di un allargamento del conflitto il Cremlino. "Entrambe le parti hanno affermato che la causa principale degli eventi attuali in Medio Oriente è l’irrisolto conflitto israelo-palestinese", si legge nella nota, in cu si specifica che la telefonata è avvenuta su iniziativa della parte iraniana. "Durante lo scambio di opinioni su questioni di attualità delle relazioni russo-iraniane, è stata espressa la volontà reciproca di sviluppare la cooperazione bilaterale in vari campi, compresa la realizzazione di progetti infrastrutturali reciprocamente vantaggiosi", riferisce il servizio stampa.

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