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Attacco Mosca, il retroscena dei servizi russi: "Dove volevano entrare i terroristi"

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Il capo dei servizi di sicurezza russi (Fsb) ha accusato l’Ucraina e l’Occidente di aver facilitato l’attacco vicino Mosca, rivendicato dal gruppo jihadista Stato islamico, con la Russia che insiste su un collegamento tra Kiev e i presunti aggressori. «Crediamo che l’azione sia stata preparata sia dagli stessi islamici radicali che, ovviamente, facilitata dai servizi segreti occidentali e che gli stessi servizi segreti ucraini siano direttamente coinvolti», ha detto Alexander Bortnikov, citato dai media russi. Lunedì Vladimir Putin aveva ammesso per la prima volta, tre giorni dopo gli eventi e le accuse dell’Isis, che i presunti aggressori erano «islamici radicali», puntando il dito contro l’Ucraina.

 

 

 

 

Bortnikov in particolare ha puntato il dito contro Usa e Gran Bretagna. Alla domanda se fossero coinvolti gli Stati Uniti, il Regno Unito e l’Ucraina, ha risposto: «Penso che sia così». Anche se, ha aggiunto, «lo sponsor non è stato ancora identificato». Un'ipotesi contraddetta dal presidente bielorusso Alexander Lukashenko, stretto alleato della Russia, che ha affermato che gli aggressori avevano inizialmente tentato di fuggire nel suo Paese. «Non sono riusciti a entrare in Bielorussia. Hanno visto questo e quindi hanno cambiato rotta e si sono diretti verso il confine russo-ucraino», ha detto.

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