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Mosca, l'attacco scatena Putin. L'ex consigliere: solleverà "un'ondata di indignazione"

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È drammatico il bilancio delle vittime dell'attentato terroristico avvenuto ieri sera a Mosca. Prima che iniziasse il concerto dei Picnic, una rock-band amatissima, è scattata una sparatoria nella sala concerti Crocus City Hall. Imbracciando le mitragliatrici e lanciando bombe incendiarie, i responsabili sono stati autori di un massacro di indicibile efferatezza. Ambulanze e medici sono accorsi sul luogo. Quando la notizia è stata diffusa, è partito un gioco di rimpallo di accuse tra Mosca e Kiev. L'intelligence del Ministero della Difesa ucraino ha sostenuto che l'attacco è stato una "provocazione del regime di Putin". L'Ucraina, dal canto suo, ha definito "assurda" la ricostruzione della Russia. Ma quali ripercussioni avrà questa brutta pagina di violenza sulla guerra che sta mettendo in ginocchio il cuore dell'Europa? Possibile che lo zar abbia in mente di rispondere usando tutti i mezzi a sua disposizione? 

 

 

La conta delle vittime è ancora in corso. Per ora il bilancio è salito a 143 morti. "Tutti gli autori, gli organizzatori e i mandanti di questo crimine subiranno una punizione giusta e inevitabile": lo ha assicurato il presidente della Russia, Vladimir Putin. Il capo di Stato ha tenuto un breve discorso, trasmesso dalla televisione. Sullo sfondo due tricolori della Russia. "Chiunque siano, chiunque li abbia diretti", ha aggiunto Putin, "Ripeto: identificheremo e puniremo tutti coloro che stanno dietro i terroristi, tutti coloro che hanno preparato questo crimine". Il presidente ha aggiunto: "Questo è un duro colpo alla Russia, al nostro popolo". Gli ultimi eventi non lasciano presagire nulla di buono e la pista dell'escalation sembra, per ora, sempre più credibile. È ragionevole credere che il capo del Cremlino voglia far cadere sull'Ucraina la responsabilità dell'attentato. 

 

 

Molti esperti di analisi geopolitiche hanno tracciato scenari poco rassicuranti. Ipotesi, questa, che è stata confermata da Serghei Markov, ex consigliere e sostenitore di Putin. In un'intervista rilasciata a La Stampa, Markov, ha spiegato che oltre a “rovinare le relazioni della Russia con i Paesi musulmani”, l’obiettivo degli attacchi terroristici è che Mosca “risponda in maniera molto dura, con attacchi diretti contro la popolazione civile delle grandi città ucraine come Kiev e Kharkiv, fare in modo che si sollevi un’ondata di indignazione nei Paesi occidentali, garantire così i finanziamenti e forse anche l’invio di truppe Nato in Ucraina”.

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