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Iran, blocco degli account social per l'Ayatollah Khamenei. “Violazioni ripetute”

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L’Iran contro Mark Zuckerberg: il regime ha condannato come violazione della libertà di espressione il blocco degli account del leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei, sulle piattaforme Facebook e Instagram. Meta ha confermato a febbraio di aver bandito il leader supremo iraniano da Facebook e Instagram per aver «violato ripetutamente» le sue norme su «organizzazioni e individui pericolosi». Bloccare questi account «non è solo una violazione della libertà di espressione», ma anche «un insulto ai milioni di persone che seguono le posizioni» del leader supremo, la presa di posizione del ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian, in un messaggio indirizzato al sito East Eye.

 

 

Il leader supremo, al potere da quasi 35 anni, aveva cinque milioni di follower su Instagram. La chiusura degli account è avvenuta nel pieno della guerra nella Striscia di Gaza, mentre i leader iraniani moltiplicano i messaggi di denuncia contro Israele e di sostegno al movimento islamico palestinese Hamas. L’Ayatollah Khamenei «è il più importante sostenitore del popolo oppresso della Palestina, e l’impero della Silicon Valley non può impedire che questa voce raggiunga l’opinione pubblica globale», ha tuonato Amir-Abdollahian. Instagram e Facebook sono tra le app più utilizzate in Iran, anche se entrambe sono bloccate e gli utenti vi accedono grazie alle vpn. Nonostante il divieto imposto dal governo, i leader iraniani hanno account sui social, in particolare su X, l’ex Twitter.

 

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