Medio oriente

Medio Oriente, colpito un cargo greco, nuovi raid Usa contro gli Houthi

Dall'Iraq al Libano, passando per il Mar Rosso. Le ramificazioni del conflitto fra Israele e Gaza continuano a espandersi in tutto il Medioriente. I ribelli yemeniti Houthi hanno continuato a tenere fede alla loro promessa di ostacolare il percorso delle navi dirette verso Israele. L'ultima imbarcazione in ordine di tempo a essere attaccata è il cargo 'Zografia' di proprietà greca. "L'operazione - hanno spiegato - è avvenuta dopo che l'equipaggio della nave non ha risposto agli avvertimenti". Le forze statunitensi e britanniche, dal canto loro, hanno lanciato nuovi attacchi contro le basi del gruppo sciita nel territorio dello Yemen colpendo, fra gli altri, un campo militare. In un secondo bombardamento, avvenuto in serata, le forze statunitensi si sarebbero invece concentrate contro le postazioni dei missili balistici con cui gli Houthi attaccano le navi. Inoltre il Comando centrale degli Stati Uniti ha reso noto che lo scorso 11 gennaio i Navy Seal hanno effettuato un'operazione al largo della Somalia, nelle acque internazionali del Mar Arabico, sequestrando aiuti militari iraniani destinati agli Houthi.

 

  

 

Teheran ha invece effettuato una doppia mossa attaccando obiettivi in Iraq e in Siria. In territorio iracheno - hanno spiegato le autorità iraniane - è stato preso di mira "il quartier generale del Mossad" a Erbil, mentre in Siria sarebbero state colpite "basi terroristiche" in risposta all'attentato avvenuto a Kerman in occasione dell'anniversario della morte del generale Qassem Soleimani, rivendicato dall'Isis. Stati Uniti e Regno Unito hanno immediatamente condannato l'accaduto, mentre l'Iraq ha definito l'attacco avvenuto sul suo territorio "una violazione della sovranità del Paese e della sicurezza del suo popolo", ha convocato l'incaricato d'affari iraniano a Baghdad e richiamato il proprio ambasciatore a Teheran. Le autorità iraniane hanno definito le operazioni l'esercizio di un diritto "legittimo e legale di scoraggiare le minacce alla sicurezza nazionale". Situazione calda anche al confine fra Israele e Libano, dove l'Idf ha reso noto di aver effettuato una "vasta operazione" con l'ausilio di aerei da guerra e dell'artiglieria contro "decine" di obiettivi di Hezbollah, "costruiti sotto il naso di Israele nell'ultimo decennio senza alcun ostacolo".

 

 

Mentre i palestinesi uccisi nella Striscia di Gaza hanno toccato quota 24.285 e la situazione degli ostaggi resta irrisolta, il Consiglio dell'Ue ha deciso di lanciare un segnale contro Hamas aggiungendo Yahya Sinwar, leader politico dell'organizzazione, alla lista dei terroristi. Una scelta che Israele ha definito "giusta e morale" e frutto "dei nostri sforzi diplomatici volti a strangolare le risorse di Hamas". Dal Qatar, invece, è arrivato un monito nei confronti di Israele. Secondo Doha è necessario chiedere allo Stato ebraico di "accettare un percorso vincolato e obbligatorio verso una soluzione a due Stati", fondamentale "per la futura stabilità di Israele e dei territori palestinesi". Un conflitto che il Paese del Golfo intende "disinnescare" il prima possibile perché a cascata "tutto il resto sarà disinnescato", a partire dalle tensioni in Mar Rosso. Non dissimile il ragionamento delll'Arabia Saudita: Riad si è detta disposta a riconoscere Israele "qualora si risolvesse la questione palestinese".