terrore in belgio

Bruxelles, l’attentatore è ancora in fuga. “Non era una minaccia concreta e imminente"

L’attentatore di Bruxelles, il 45enne tunisino che ieri sera ha ucciso due cittadini svedesi, «è ancora in fuga». L’annuncio è stato dato dal premier belga Alexander De Croo, nel corso di una conferenza stampa, durante la quale ha rivolto un appello ai cittadini perché esercitino «massima vigilanza». «Il terrorismo colpisce in maniera cieca. Ma mai i terroristi - ha assicurato il numero uno del governo - raggiungeranno il loro scopo, non ci piegheranno. Il terrorismo non vincerà mai, la pace ci deve guidare, restiamo uniti». E intanto lo stesso De Croo ha deciso che le scuole resteranno aperte.

 

  

 

Accanto al premier in conferenza stampa era presente anche il ministro della Giustizia del Belgio, Vincent Van Quickenborne, che ha fatto sapere che il responsabile dell’attentato di ieri sera a Bruxelles non rappresentava «una minaccia concreta e imminente». Il tunisino «ha fatto richiesta di asilo nel nostro Paese nel 2019. È noto per atti sospetti, traffico di esseri umani, soggiorno illegale e minaccia alla sicurezza dello Stato. Nel 2016 - ha detto il ministro ricostruendo un profilo dell’uomo - informazioni non confermate trasmesse da un servizio di polizia straniero indicavano che l’uomo aveva un profilo radicalizzato e voleva partire per una zona di conflitto per la jihad. L’informazione è stata verificata, ma non si è potuto fare nulla. Non c’erano indicazioni concrete di radicalizzazione». 

 

 

Secondo il quadro tracciato da Van Quickenborne, «all’inizio di quest’anno, avrebbe minacciato via social un occupante di un centro per richiedenti asilo nella regione di Campine. Questa persona lo ha denunciato, aggiungendo che era stato condannato per terrorismo in Tunisia. La polizia ha fermato il sospetto per interrogarlo. E questa presunta condanna per terrorismo ha spinto la polizia giudiziaria federale di Anversa, domenica 15 ottobre, a convocare una riunione prevista per oggi. Nel frattempo, i nostri servizi hanno appreso che il sospettato non è stato condannato per terrorismo in Tunisia, ma per reati comuni. Non si trattava di una minaccia concreta o imminente».