Tensioni

Venti di guerra Bielorussia-Polonia. Vardavia manda truppe al confine

Crescono le tensioni tra Polonia e Bielorussia, sullo sfondo del conflitto in Ucraina. Alle accuse di Varsavia di violazione del proprio spazio aereo da parte di due elicotteri di Minsk nei giorni scorsi, il regime di Alexander Lukashenko ha risposto convocando l'ambasciatore polacco. "Non c'è stato alcun ingresso nel territorio polacco, un fatto del genere non è mai avvenuto", sostiene il portavoce del ministero degli Esteri bielorusso, Anatoly Glaz. Minsk esorta, quindi, Varsavia a non usare il caso per giustificare "un rafforzamento delle sue truppe" sul confine orientale. Che è proprio ciò che la Polonia intende fare. "Le provocazioni dimostrano che è necessario rafforzare ancora di più la presenza militare per scoraggiare l'aggressore e impedire che le provocazioni abbiano successo", afferma il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak.

 

  

 

"Russia e Bielorussia stanno aumentando le pressioni al confine", rimarca il premier Mateusz Morawiecki, secondo cui "queste attività" puntano, tra l'altro, a "mostrare la debolezza del fianco orientale della Nato". Il timore di Varsavia resta quello di "attacchi ibridi" che, per Blaszczak, "sono certamente coordinati dal Cremlino". Morawiecki punta il dito contro la presenza della milizia Wagner in Bielorussia, "un gruppo estremamente pericoloso" le cui "unità sono dispiegate sul fianco orientale della Nato per destabilizzarlo". Per il premier polacco la presenza di "circa 4mila" mercenari in Bielorussia è un modo per "testare la reazione della Polonia e quella dei nostri alleati" da parte di Mosca. Che, intanto, continua a colpire in Ucraina; a Kiev le forze di difesa hanno abbattuto una dozzina di droni kamikaze 'shahed', mentre a Kherson le bombe russe hanno colpito la cattedrale di Santa Caterina, finendo col centrare un filobus. Sette i feriti, contando anche quelli registrati tra i soccorritori arrivati sul posto e raggiunti da nuovi raid.

 

 

Una donna, invece, ha perso la vita a Zaporizhzhia a seguito dei bombardamenti degli occupanti. Mosca, per parte sua, continua a denunciare attacchi anche sul proprio territorio: sette droni lanciati dagli ucraini sarebbero stati abbattuti nella regione russa di Kaluga. C'è poi la Crimea, annessa da Mosca nel 2014 e reclamata dall'Ucraina. Il segretario del Consiglio nazionale ucraino per la sicurezza e la difesa, Oleksiy Danilov, rivendica i due attacchi contro il ponte di Kerch, avvenuti a ottobre e luglio: "I nostri militari stanno mettendo in discussione l'inviolabilità di alcuni obiettivi che in Russia erano considerati protetti al 100%, vale anche per il ponte di Crimea, di cui si sono occupati i rappresentanti del nostro servizio di sicurezza, che hanno partecipato sia al primo che al secondo", attacco. "Avevamo già queste informazioni. Questa è solo un'altra conferma", commenta il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Che sulla questione del grano, dopo lo stop di Mosca all'accordo mediato da Onu e Turchia, chiarisce che "la Russia rimane un fornitore affidabile". Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha invece annunciato che Kiev si sta coordinando con Erdogan "per convincere Putin a tornare all'accordo del Mar Nero". Anche il segretario di Stato americano, Antony Blinken, auspica un ripristino dell'intesa: "Lo spero come lo sperano tutti i Paesi del mondo", sottolinea, ricordando che nell'ultimo vertice di San Pietroburgo le nazioni africane "sono state molto chiare con Vladimir Putin nel chiedere che l'accordo venisse ripristinato".