Emergenza sbarchi

Emergenza migranti, l'Europa si schiera con l'Italia sugli sbarchi dalla Tunisia

Dario Martini

Martedì mattina era volata a Tunisi per incontrare il presidente Kais Saied. Ieri, a soli cinque giorni di distanza, Giorgia Meloni è tornata nel paese africano insieme a Ursula von der Leyen e Mark Rutte. Il fatto che al fianco del premier ci fossero anche la presidente della Commissione e il primo ministro olandese (con il quale la leader di FdI ha costruito negli ultimi mesi un rapporto molto stretto) è la dimostrazione che i flussi incontrollati di migranti non sono più un problema solo italiano, ma europeo. Sono state poste le basi per aiutare il governo tunisino a risolvere i suoi problemi interni (il rischio default è molto concreto) e ottenere in cambio l’impegno ad arginare le partenze dei barconi verso l’Italia. In che modo? Von der Leyen ha annunciato che quest’anno l’Unione europea stanzierà 100 milioni di euro alla Tunisia per la gestione delle frontiere, ma anche per la ricerca e il salvataggio, la lotta ai trafficanti e i rimpatri. L’obiettivo - ha detto - è avere «un approccio olistico alla politica migratoria radicato nel rispetto dei diritti umani». Anche se Saied sembra frenare. Al termine dell’incontro, ha diramato un comunicato per precisare la posizione del suo governo: «La soluzione che alcuni sostengono segretamente di ospitare in Tunisia migranti in cambio di somme di denaro è inaccettabile, così come le soluzioni di sicurezza si sono dimostrate inadeguate, anzi hanno aumentato le sofferenze delle vittime della povertà e delle guerre».

 

  

 

 

Fatto sta che l’obiettivo è proprio questo: aiutare la stabilizzazione della Tunisia e, al contempo, bloccare l’esodo di migranti dalle sue coste. I 100 milioni da stanziare in breve tempo sono solo l’inizio. La presidente della Commissione ha spiegato che l’esecutivo comunitario è pronto ad aiutare il paese africano con un pacchetto basato su cinque pilastri, il principale dei quali è costituito da aiuti finanziari per oltre un miliardo di euro. «È interesse comune - ha detto von der Leyen al fianco di Meloni e Rutte - rafforzare le nostre relazioni e investire nella stabilità e nella prosperità. Questo è il motivo per cui siamo qui, ed è per questo che stiamo lavorando con la Tunisia su un pacchetto globale, che si basa su cinque pilastri. Il primo è lo sviluppo economico. Sosterremo la Tunisia, per rafforzarne l’economia. La Commissione Europea sta valutando un’assistenza macrofinanziaria, non appena sarà trovato l’accordo necessario. Siamo pronti a mobilitare fino a 900 milioni di euro per questo scopo. E, come passo immediato, potremmo fornire altri 150 milioni di euro di sostegno al bilancio». I 900 milioni restano però subordinati all’accordo che il paese nord africano dovrà chiudere con il Fondo monetario internazionale. Intesa che dovrebbe portare nelle casse di Tunisi altri 1,9 miliardi.

Se il primo pilastro è l’aiuto finanziario, il secondo riguarda gli investimenti e il commercio. Il terzo pilastro è la collaborazione sul settore energetico. Progetto di punta è il cavo sottomarino Medusa che collegherà le due sponde del Mediterraneo. Quarto pilastro il controllo dei flussi migratori. Quinto, e ultimo punto, è una partnership per offrire ai giovani tunisini l’opportunità di studiare, lavorare o formarsi nella Ue. Tutto ciò confluirà in un memorandum d’intesa da firmare entro il Consiglio europeo del 29 giugno, come auspicato da Meloni, che annuncia una conferenza internazionale sulle migrazioni a Roma da convocare non appena sarà messa nero su bianco l’intesa con Tunisi. «Questo risultato è frutto del lavoro diplomatico fatto dal governo italiano - rimarca il presidente del Consiglio - siamo molto soddisfatti della dichiarazione congiunta Ue-Tunisia adottata oggi. È un passo molto importante verso la creazione di un vero e proprio partenariato con l’Unione europea che possa affrontare in maniera integrata tanto la crisi migratoria quanto il tema dello sviluppo per entrambe le sponde del Mediterraneo».