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La mossa di Trump dopo la bordata del Nyt sull'accordo con Putin. Voci clamorose

Un piano segreto per indebolire l'Ucraina con una regione est filorussa e per promuovere la vittoria di Trump alla Casa Bianca. Il New York Times rivela così il "piano Mariupol", un accordo segreto tra l'ex presidente Usa Donald Trump e Vladimir Putin. La rivelazione del quotidiano newyorkese arriva nel giorno in cui Reuters annuncia che Trump sta considerando di ricandidarsi, per la terza volta, alla Casa Bianca. L'annuncio potrebbe avvenire dopo le elezioni di Midterm e prima del Thanksgiving day. 

  

Secondo l'inchiesta del quotidiano newyorkese, nel luglio 2016, il coordinatore della campagna elettorale di Donald J. Trump, Paul Manafort, ha incontrato un amico e socio in affari di nome Konstantin Kilimnik, un cittadino russo di origini ucraine che dirigeva l'ufficio di Kiev della società di consulenza internazionale di Manafort. Kilimnik che è stato coinvolto in istituzioni repubblicane, stringendo notevoli legami con tanti leader del partito, è stato dichiarato un agente russo sotto copertura. L'uomo avrebbe fatto da tramite con il governo di Mosca, ma anche con funzionari dell'amministrazione Trump, sia durante le elezioni Usa del 2016 che durante quelle del 2020, dove ha alimentato campagne di disinformazione e denigrazione degli avversari politici. In Ucraina, grazie anche alla società di consulenza politica e alla complicità con Manafort, pagato milioni di dollari in nero, Kilimnik ha sostenuto partiti e leader politici filorussi per consentire a Putin di impadronirsi del cuore industriale del Paese, la parte Est, dove i separatisti hanno condotto guerriglie locali e alimentato il sentimento filorusso. Il piano per impadronirsi di questa area del Paese, presa d'assalto nel febbraio 2022, era noto come "Piano Mariupol" e prevedeva la creazione di una repubblica nel Donbass con a capo Yanukovich, l'ex presidente ucraino spodestato e naturalizzato russo. 

Putin nel perseguire il suo progetto necessitava anche di una velata approvazione americana e Kilimnik ha puntato su Trump come colui che "avrebbe contribuito a trasformare in realtà il piano Mariupol", attraverso una cancellazione delle sanzioni imposte da Obama alla Russia per l'invasione della Crimea e attraverso un ribaltamento dello status diplomatico della regione ucraina. Quando Trump, in una conferenza stampa da presidente, aveva detto che avrebbe preso i considerazione l'idea di riconoscere la Crimea come territorio russo, ponendo fine alle sanzioni dell'amministrazione Obama e normalizzando le relazioni con la Russia, Putin sembrava aver trovato la spalla giusta, ma le elezioni del 2020, dove l'Ucraina è entrata come fonte di disinformazione su presunti illeciti
compiuti dal figlio del candidato Biden, hanno messo un freno all'annessione. Il piano Mariupol sarebbe passato nel dimenticatoio se i referendum farsa e le annessioni illegali intentati da Putin non ricalcassero esattamente quanto il piano prevedeva. E se l'interferenza russa sulle elezioni Usa, nota come Russiagate è stata archiviata, le indagini del procuratore speciale Robert Muller, riesaminate dal Times hanno riportato alla luce l'idea separatista sull'Ucraina a cui Putin non ha mai rinunciato. In questi giorni, non sono poche le voci conservatrici, ma non solo, che suggeriscono all'Ucraina di fare concessioni di sovranità simili a quelle contenute nel piano di Kilimnik e che il presidente Zelensky ha categoricamente rifiutato.