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Guerra Russia-Ucraina, Kiev si riprende Lyman. Ora l’obiettivo è riprendersi tutto il Donbass

Se la caduta di Izyum, a metà settembre, aveva suggellato la riconquista dell’intera regione di Kharkiv ed aperto una potenziale autostrada verso il Donbass, la ripresa di Lyman, ufficializzata nel week-end dallo stesso stato maggiore russo, conferma la poderosa avanzata di Kiev e le crescenti difficoltà di Mosca. È stato lo stesso presidente ucraino Zelensky, nel pomeriggio, ad annunciare che Lyman è stata «completamente liberata grazie al nostro esercito». Una notizia impronosticabile fino a poche settimane fa, se si pensa che la cittadina si trova a poche decine di chilometri da Severodonetsk, uno dei teatri più cruenti di questo conflitto, caduta sotto il controllo russo ma dove il Cremlino ha sacrificato migliaia di soldati per sottomettere il capoluogo. Proprio Severodonestk e persino Lugansk, capitale dell’autoproclamata repubblica, potrebbero diventare il prossimo obiettivo di Kiev. La situazione sul campo, quindi, si è capovolta completamente: dopo oltre sette mesi di guerra Mosca controlla complessivamente meno territori di quanti ne aveva conquistati a inizio marzo e questo nonostante le almeno 50 mila vittime registrate fra i reparti russi. 

 

  

 

In Ucraina però sanno bene che le cose potrebbero cambiare velocemente: innanzitutto perché almeno 100 mila riservisti sarebbero pronti per essere inviati da Putin sul fronte del Donbass e su quelli di Kherson e Zaporizhzhia. Non solo: l’annessione delle quattro regioni potrebbe costringere gli abitanti di queste aree ad arruolarsi con Mosca e questo andrebbe ad ingrossare ulteriormente le fila russe, mentre lo spettro delle armi nucleari, paventate dal leader ceceno Kadyrov e da altri falchi del Cremlino, rappresenterebbe il punto di non ritorno. Insomma: nessun trionfalismo, né da Zelensky né dal suo entourage, per le riconquiste delle ultime settimane, semmai la richiesta, sempre più pressante, di una rapida adesione alla Nato.