aria di golpe

Putin, i fedelissimi si spaccano: chi dice no allo Zar. Terremoto in Russia

Rifiutare la mobilitazione o disertare dalla guerra in Ucraina potrebbe costare caro ai cittadini e soldati russi. Il presidente Vladimir Putin ha, infatti, approvato emendamenti al codice penale della Federazione Russa secondo i quali i periodi di mobilitazione e la legge marziale sono riconosciuti come circostanze aggravanti nella commissione dei reati legati al codice militare. Con la nuova legge sono puniti molto più severamente i disertori e i renitenti alla leva, per cui è prevista anche la detenzione per un periodo che va dai cinque ai 15 anni.

Nello specifico, le nuove misure in caso di non esecuzione dell'ordine del comandante in tempo di guerra e rifiuto di un militare di partecipare alle ostilità, prevedono una pena fino a 10 anni di carcere. Previsto poi un periodo di detenzione fino a 15 anni per chi dovesse disertare durante la mobilitazione, la legge marziale, in tempo di guerra o in condizioni di conflitto armato o operazioni di combattimento.

  

Ma mentre Putin mostra i muscoli e l'escalation fa tremare il mondo le voci interne al Cremlino sullo Zar sempre più "solo e isolato" si fanno insistenti. Secondo quanto scrive il quotidiano La Repubblica, alcuni tra gli uomini di Putin a lui più vicini non sarebbero d'accordo con il referendum per annettere in tempi record i territori conquistati nel Donbass. E tra i fedelissimi contrari ci sarebbe proprio il "viceré del Donbass" Sergej Kirienko, ossia il primo vice capo dell'amministrazione presidenziale - il più importante organo decisionale all'interno della Federazione russa - incaricato di curare i rapporti con le Repubbliche separatiste nell’Est Ucraina e con tutti i territori ucraini occupati dalla Russia. Ma ci sarebbero anche altri fedelissimi oggi contrari all'operazione militare "speciale" in Ucraina: il primo ministro Mikhail Mishustin con il silenzio, mentre il sindaco di Mosca, Sergej Sobjanin, facendo rimuovere dalla capitale le “Z”, simbolo del sostegno all’invasione.

Cambio, intanto, ai vertici del ministero della Difesa russo. Il generale Dmitry Bulgakov sollevato dal suo incarico di viceministro della Difesa. Al suo posto arriva il colonnello generale Mikhail Mizintsev, nominato viceministro della Difesa e "responsabile della logistica delle forze armate della Federazione Russa". Una decisione che conferma l'intenzione di Putin, che manderà un messaggio al parlamento il 30 settembre, di non fermarsi e di rispondere in tutti i modi alla controffensiva di Kiev.