ombre russe

Attentato Dugin, scatta l'indagine sui "reali esecutori". Chi trama contro Vladimir Putin

L'attentato che è costato la vita a Darya Dugina, figlia del filosofo russo Alekdandr Dugin, potrebbe rappresentare l'inizio di un'offensiva ad ampio raggio del "fronte interno" che si oppone al potere del presidente Vladimir Putin. A Mosca infatti è partita una indagine per stabilire fiancheggiatori, aiuti e forse i reali esecutori dell'agguato mortale alla figlia dell'ideologo a lungo vicino allo Zar. 

 

  

 Già, perché i servizi segreti interni del Cremlini hanno puntato il dito su Natalya Vovk, la donna ucraina data come esponente dei sevizi segreti di Kiex ed ex battaglione Azov. "Per ora l'unica rivendicazione della bomba da quasi mezzo chilo piazzata sulla Toyota Land Cruiser viene da un ex deputato fuggito all'estero dopo l'annessione della Crimea del 2014. Ilya Ponomarev, ex comunista, poi socialdemocratico, si trova in Ucraina dove dice di essere entrato nelle forze della Difesa territoriale dopo l'invasione russa. Nel 2014 fu l'unico deputato della Duma a votare contro l'annessione della Crimea", ricorda il Corriere della sera che spiega come Ponomarev abbia attribuito l'atto terroristico al sedicente "Esercito nazionale repubblicano" che agirebbe da mesi in Russia e avrebbe messo in atto altri sabotaggi. 

 

L'ex deputato prima ha minimizzato il ruolo della 007 ucraina, sottolineando che non è "l'esecutrice materiale", poi lo ha negato del tutto: "Non c'entra nulla" con la morte di Dugina. Da sottolineare come la donna, fuggita in Estonia, non abbia rilasciato dichiarazioni nonostante mezzo mondo parli di lei.

 

"Il cosiddetto fronte interno, del quale a Mosca nessuno ama parlare apertamente, in realtà preoccupa non poco le autorità per una serie di atti di sabotaggio e azioni dimostrative messe a segno nei sei mesi dall'inizio dell'Operazione militare speciale in Ucraina. Si teme che quello contro Darya Dugina possa essere solo la prima di altre iniziative volte a far salire la tensione all'interno della stessa Russia", si legge nell'articolo. Da annoverare nel "fronte interno" circa mille ribelli nell'esercito, formazioni anarchiche e bande di estrema destra, senza considerare i partigiani nel Donbass.