l'attentato

Darya Dugina, il video dei servizi segreti russi: "Natalia Vovk nel suo palazzo". Mosca accusa l'Ucraina

C'è una presunta colpevole per l'attentato che ha provocato la morte di Darya Dugina, la figlia 30enne del filosofo russo Aleksandr Dugin che è scampato all'esplosione dell'auto scegliendo all'ultimo istante di viaggiare su un altro veicolo, dopo una conferenza alla periferia di Mosca. Si tratta di Natalya Pavlovna Vovk, una donna ucraina di 43 anni indicata come l’esecutrice dell’attentato di sabato 20 agosto contro Darya Dugina. I servizi dii sicurezza di Mosca Fsb la accusano di essere una esponente dei servizi segreti e hanno diffuso un video che mostra i vari passaggi che avrebbero portato la donna nel Paese e, dopo l'attentato, alla fuga in Estonia.

 

  

 

"Come si vede dal video, la donna, insieme a sua figlia, è entrata nel territorio russo il 23 luglio scorso, dopo aver superato i controllo doganali", scrive la Tass, secondo cui il video mostra anche la donna che entra nel palazzo della giornalista, dove lei aveva preso in affitto un appartamento, e mentre lascia la Russia diretta in l’Estonia. La Vovk e la figlia 12enne si sarebbero trovate al confine alle 12.02 di ieri, dove l’auto sulla quale si trovavano, una Mini cooper, è stata accuratamente ispezionata. Il video mostra anche le immagini dell’auto di Vovk riprese dalle telecamere a circuito chiuso.

 

Intanto da Tallin fanno sapere che l'Estonia non ha ricevuto nessuna richiesta ufficiale dalle autorità russe relativa a Natalya Vovk.  Lo ha riferito il ministero degli Esteri estone rispondendo a una richiesta dell’agenzia di stampa russa Interfax. "Possiamo pubblicare i dati delle persone che si spostano oltre confine solo nei casi previsti dalla legge. La situazione in cui i servizi speciali russi le accusano di qualcosa sui media non è fra questi. Non abbiamo ricevuto alcuna informazione ufficiale o richiesta dalle autorità russe in merito", ha affermato il ministero degli Esteri estone. 

 

L'Fsb punta il dito sull'Ucraina accusando i sevizi segreti di Kiev di aver orchestrato l'agguato. Alcuni media russi inoltre hanno sostenuto che Vovk in passato avrebbe fatto parte del Battaglione Azov. Circostanza smentita dalla Guardia nazionale ucraina che ribatte: l’accusa ai "propagandisti russi" è di «cercare di giustificare con i propri cittadini la precedente decisione di considerare un’unità della Guardia nazionale dell’Ucraina come organizzazione terroristica, mostrando ai russi ’i crimini commessi da Azov’ sul territorio della Federazione russa", afferma la Guardia nazionale in una dichiarazione su Facebook in cui si precisa che la donna non è stata nell’unità Azov.

 

Intanto si registrano le prime parole di Dugin dopo la drammatica morte della figlia, alla quale ha assistito. Darya Dugina era una "stella nascente" ed è stata "uccisa a tradimento dai nemici della Russia", ha detto il filosofo in una dichiarazione rilasciata da uno stretto collaboratore. "I nostri cuori non desiderano solo vendetta e rappresaglia, sarebbe troppo meschino, non in stile russo", "serve solo la vittoria" nella guerra in Ucraina, afferma Dugin.