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Guerra in Ucraina, la Russia è a corto di armi e munizioni. La mossa di Putin: convertire le fabbriche

La Russia avanza nel Donbass e appare sempre più vicina a conquistare gli obiettivi minimi fissati nella guerra in Ucraina. Ma Mosca deve fronteggiare l'emergenza dei rifornimenti al fronte. Le forze armate russe sono a corto di armi e munizioni tanto che il Cremlino ha deciso di riconvertire fabbriche alla produzione bellica. Il governo russo ha presentato infatti alla Duma una proposta di legge federale che prevede "misure economiche speciali" genericamente finalizzate a contrastare il terrorismo e per "altre operazioni". Il provvedimento, riporta il Corriere della sera, se approvato permetterà di "stabilire regolamenti speciali in materia di rapporti di lavoro per alcune organizzazioni, e per stabilimenti di produzione selezionati".

 

  

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In altre parole, via libera alla conversione di interi settori industriali per aumentare la capacità produttiva del comparto militare e per riorganizzare la logistica dei rifornimenti a Donetsk e Lugansk.

 

L'artiglieria è sempre più lo strumento principe usato dagli eserciti sul campo in questo conflitto. Il sindaco di Sloviansk, Vadym Lyakhiev ha denunciato "numerosi morti e feriti" in seguito al bombardamenti effettuati con lanciarazzi dai russi sulla città di Sloviansk, nella regione di Donetsk nel Donbass. Secondo il sindaco, ci sono una quindicina di incendi in corso, mentre la stampa ucraina parla di almeno 6 morti e una quindicina di feriti.

 

La carenza di armi e munizioni pesa anche dall'altra parte, con le forze armate ucraine che attendono nuove forniture dagli Stati Uniti  tra cui i razzi "Himars, 170 mila proiettili per i cannoni da 155 mm, nuovi radar".