cellulare in mano

Lo stupefacente autogol degli Usa: soldati ucraini salvati soltanto da Google Translate

Christian Campigli

Un errore già commesso in Afghanistan. E costato carissimo, in termini di vite umane perse. In una guerra che appariva, sulla carta, di facile risoluzione, ma che al contrario si rivelò per gli Stati Uniti un autentico inferno. Oggi, quella mancanza di precisione, quell'approssimazione di chi si crede invincibile potrebbe incidere in modo determinante anche sulle sorti del conflitto in Ucraina. Questa mattina il sergente Dmytro Pysanka ha raccontato all'inviato del New York Times una spiacevole avventura. A metà tra il ridicolo e il grottesco. Gli americani hanno spedito un telemetro ad alta tecnologia denominato Jim Lr, uno strumento che, grazie al laser, è in grado di misurare la distanza da un oggetto presente nel campo visivo. Un'arma molto sofisticata. Forse, persino troppo per l'esercito ucraino. Nessuno tra i soldati è infatti riuscito a capirne il corretto funzionamento.

 

  

 

Il manuale di istruzioni, un malloppo di trecento pagine, era tutto in inglese. Così il sergente Pysanka ha tirato fuori dalla tasca il suo cellulare e, con la pazienza di un Certosino, ha cercato di comprendere il funzionamento di Jim Lr grazie a Google Translate, il popolare programma di traduzione presente nel più importante motore di ricerca presente sul web. Quella che può sembrare una notizia presa da Lercio, lo straordinario portale satirico italiano, corrisponde solo alla fredda realtà. Per mesi i vertici di Kiev hanno ripetuto, in modo ossessivo, che per vincere il conflitto contro la Russia e respingere l'invasore di Mosca erano indispensabili le armi.

 

 

Fucili, missili o telemetri che vanno però saputi usare. Con grande precisione. La mancanza di un supporto logistico è una delle grandi pecche della strategia a stelle e strisce. Un simile, clamoroso errore fu già commesso nel conflitto Afghanistan. E le conseguenze furono nefaste. C'è da augurarsi che la storia abbia insegnato qualcosa ai vertici dell'esercito americano.