propaganda che fa danni

Serve un compromesso, o si scatenerà il peggio. Nicolai Lilin a L’Aria che Tira è in ansia: inasprimento della guerra

“Per ora non vado a Kiev. Prima devo andare a Mosca a incontrare Putin”. Papa Francesco ha steso la sua mano verso il leader del Cremlino, conscio probabilmente che l’unica modalità per porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina sia proprio instaurare un dialogo con colui che questa guerra l’ha scatenata. Dello stesso avviso è lo scrittore italiano di origini russe Nicolai Lilin che, nel corso della puntata di L’Aria Che Tira andata in onda su La7 nella mattinata di mercoledì 4 maggio, ha citato proprio una frase del capo della Chiesa: “Vorrei ricordare un messaggio importantissimo che ha dato il Santo Padre: cercare di comprendere le ragioni dell’altra parte, che non vuol dire giustificare o schierarsi dalla parte dell’invasione militare. Dobbiamo imparare ad ascoltare e a capire quello che arriva dall’Est, ripulendo un po’ le notizie da quella che è la sporcizia della propaganda. Altrimenti non riusciremo mai a uscire dalle dinamiche della guerra”.

 

  

 

Un appello fondamentale, come quello del Presidente della Repubblica Mattarella quando ha dichiarato la necessità di non criminalizzare la cultura russa, ma di costruire un dialogo proprio su questo terreno. Un approccio che lo stesso Lilin ha definito “lungimirante”. Non esistono altre vie da perseguire, non si può protrarre una guerra di questa violenza ad oltranza. Troppe vite sono state perse, troppe persone stanno soffrendo. Troppo alto è il rischio di giungere a una Terza Guerra Mondiale se tra le parti non si viene a creare la volontà di raggiungere un compromesso che stia bene a tutti.

 

 

Lo scrittore, ospite della conduttrice Myrta Merlino, si è poi espresso sulla situazione propagandistica che vige su entrambi i fronti: “Siamo di fronte a un riscaldamento della guerra: le propagande sia in Occidente che in Russia diventano sempre più aspre. A Mosca si parla alla propria popolazione, ancora portatrice di quella memoria storica dove l’Occidente purtroppo viene visto come il nemico. In questo periodo si spinge molto su questa narrazione”. Non ha risparmiato anche una battuta al veleno sul vicepresidente della Duma Pjotr Tolstoj, chiamato in causa dalla Merlino per le sue parole in merito alle sanzioni applicate dalla Nato e dall’Unione Europea. “Cosa risponde a Tolstoj che dice che i provvedimenti stanno producendo l’effetto opposto di quello voluto, ovvero fanno amare ancora di più Putin al popolo russo? “Lui dice molte cose, a volte sono insensate, a volte populiste. È una persona non da prendere molto sul serio. È un funzionario statale che non parla per tutta la Russia e che ha le sue idee folli”.