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Il caso Danimarca: finiti i posti in carcere. Così il governo "esporta" detenuti in Kosovo

La Danimarca ha affittato 300 celle in Kosovo per ospitare detenuti che le sue prigioni, ormai stracolme, non sono in grado di contenere. Le prigioni «in affitto» sono destinate, ha spiegato il governo, a detenuti di «Paesi terzi» che, scontata la condanna, sono destinati all’espulsione.

  

Il provvedimento è contenuto in un più vasto testo che stabilisce l’aumento della capacità del sistema penitenziario danese di «diverse centinaia» di posti, spiega il ministero della Giustizia di Copenhagen. Sono previsti inoltre miglioramenti nel trattamento economico e nelle condizioni di lavoro delle guardie carcerarie per rendere più allettanti posizioni per le quali non ci sono sufficienti candidati.

Dal 2015 la popolazione carceraria danese è cresciuta di un quinto toccando i 4 mila detenuti all’inizio del 2021, un numero superiore alla capacità delle prigioni. Secondo il ministero della Giustizia, entro il 2025 la nazione scandinava rischia di avere mille detenuti in eccesso rispetto alle celle disponibili. Non è chiaro perché Copenhagen abbia scelto proprio il Kosovo, dove nel 2019 il tasso di occupazione delle prigioni era pari al 97%.

Non è però la prima volta che un Paese europeo affitta celle altrove per decongestionare il proprio sistema carcerario. In passato, ad esempio, Norvegia e Belgio avevano trasferito detenuti nei Paesi Bassi.