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Mauro Cucci (Wind Tre): "Ora accelerare sul 5G"

Un importante contributo alla diffusione della tecnologia può arrivare dai fondi Pnrr destinati alla copertura dei territori

Tommaso Manni
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Il 5G in Italia è ormai una realtà. Ma serve accelerare. «Per questo il governo deve accogliere la proposta di Confindustria per includere anche i servizi di connettività tra crediti fiscali anche attraverso l’installazione di reti private» spiega a Il Tempo Mauro Cucci, direttore divisione Business di Wind Tre (nella foto).

La copertura 5G in Italia ha raggiunto ormai buoni livelli, cosa manca per completare l’evoluzione basata sulla tecnologia di quinta generazione?
«Wind Tre si è dimostrato l’operatore che ha creduto di più nella tecnologia 5G, con una copertura del 96,8% della popolazione in modalità 5G Dss e del 73,5% in Tdd, che ci consente di abilitare in aree più vaste le applicazioni tipiche dell’ecosistema 5G grazie alle caratteristiche di bassa latenza, alla possibilità di supportare fino a un milione di dispositivi per chilometro quadro e all’implementazione delle funzioni di network slicing. Un importante contributo può arrivare dai fondi Pnrr destinati alla copertura dei territori, oltre che dal pacchetto di incentivi Transizione 5.0. In questo caso è importante che il governo accolga la proposta di Confindustria per includere anche i servizi di connettività tra crediti fiscali, in modo da accelerare l’adozione del 5G, anche attraverso l’installazione di reti private». Cosa possiamo aspettarci nell’ambito delle applicazioni aziendali e per la Pa?
«Il 5G è in grado di supportare gli use cases in numerosi ambiti, anche grazie ai suoi elevati standard di affidabilità, continuità di servizio e sicurezza. Se guardiamo alle infrastrutture logistiche come porti, aeroporti, interscambi commerciali il 5G abilita funzionalità come la guida autonoma dei mezzi come droni, carrelli, gru, mezzi di trasporto pesanti, ma anche il controllo degli accessi in varchi e zone sensibili tramite la video analytics, la connettività per i sensori IoT o le macchine industriali».

Possiamo citare qualche esempio di servizi già attivi?
«Parlando di casi pratici, Wind Tre sta realizzando nel porto di Genova una rete privata industriale 5G per la creazione di uno smart port. A Milano, invece, stiamo portando avanti diverse iniziative all’interno dell’area Mind, ad esempio nel campo dell’edilizia smart, dove vengono utilizzati droni che ricostruiscono un gemello digitale in cloud. Esistono casi d’uso molto interessanti anche in contesti più ampi dove non è possibile costruire reti mobili private ma va utilizzata una rete 5G pubblica. Possiamo citare il progetto avviato con il raggruppamento industriale del progetto Malibu, guidato da Nais, per la realizzazione di una serie di servizi operativi volti all’efficientamento del sistema di sorveglianza e monitoraggio dei difetti stradali in contesti urbani. Attraverso sensori dedicati installati sui mezzi Atac a Roma sarà possibile misurare la qualità dell’aria e del manto stradale.
Altro punto centrale della transizione digitale è la cybersecurity, un aspetto sempre più importante anche alla luce dello scenario geopolitico.
«Sappiamo che in questo contesto gli operatori di telecomunicazioni hanno un ruolo primario perché costituiscono le porte d’accesso al web, oltre a gestire dati e informazioni sensibili. Questa consapevolezza ci porta a investire risorse importanti in innovazione e in formazione di dipendenti e collaboratori. L’attenzione che poniamo alla cybersecurity è testimoniata dall’obiettivo "Aziende 100% sicure" del nostro piano Esg, ovvero proteggere i nostri clienti business attraverso soluzioni dedicate, all’avanguardia e sempre attive».

Quali sono le proposte di Wind Tre in quest’ambito?
«Il nostro obiettivo è offrire una gamma di soluzioni di sicurezza che coprano la formazione, la postura di sicurezza dei dispositivi e dei processi, il monitoraggio costante dei perimetri di sicurezza e le attività di risposta e risoluzione degli incidenti dovuti ad attacchi informatici. In questa direzione, nel 2023 abbiamo acquisito il 70% di Rad, società italiana specializzata in soluzioni di cybersicurezza, inoltre abbiamo avviato accordi con partner di primo piano per rendere sempre più completi i nostri pacchetti di sicurezza informatica rivolti alle imprese di tutte le dimensioni e alla Pa».

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