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Pertinace, successore di Commodo e imperatore «scomodo»

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Aspettative di benessere e di pace, ottima condotta morale. Erano queste le speranze del popolo al momento dell'ascesa al trono di Pertinace (126-193 d. C.), imperatore vittima della sua etica. Una...

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Aspettative di benessere e di pace, ottima condotta morale. Erano queste le speranze del popolo al momento dell'ascesa al trono di Pertinace (126-193 d. C.), imperatore vittima della sua etica. Una lunga barba simbolo di saggezza, un naso importante e l'aspetto canuto facevano il resto. È quello che raccontano le fonti, e le monete dell'epoca, raccolte nel libro «Pertinace», di Stephen Fox e Massimo Pomponi, edito da De Luca Editori d'Arte. E ora ecco l'incontro che si svolgerà all'Ara Pacis lunedì alle 18, condotto da Enrico Cisnetto, «RomaInConTra» e con, tra gli altri, il prof. Adriano La Regina, Aldo Cazzullo e Paolo Mieli. Promosso da Fondazione Ferrero di Alba e Roma InConTra. Pertinace nacque il 10 agosto del 126, sotto Adriano, visse 60 anni. Ma, il suo regno, ricoprì un arco di tempo relativamente breve: ebbe due mesi di vita. Ma cosa significa questo nome ormai démodé, «Pertinace»? Secondo l'Historia Augusta, il padre Elvio Successo voleva simboleggiare la risolutezzza (pertinacia), che lui aveva ben utilizzato nel suo campo (il commercio). Il padre era un liberto. A sette anni iniziano i suoi studi di grammatica e aritmetica, dopo lo svezzamento della madre. Grazie a un mentore greco affilò le armi nelle materie umanistiche: materie di cui diventerà Maestro e insegnante. Non solo lettere, però. Perché poco dopo intraprese la carriera militare, come molti: Pertinace fu presto trasferito in Britannia, dove si distinse. Le cose si complicano quando Pertinace diventa un condottiero. Lo sapeva bene l'imperatore Commodo, suo predecessore, che lo aveva iscritto nella sua personalissima lista nera. Pertinace, detto ciò, decise per la congiura. Commodo fu ucciso nella notte tra il 31 dicembre 192 e il 1° gennaio 193. Fu la rivalsa della cerchia del giusto Marco Aurelio. E tanta era la saggezza di Pertinace, che questi di notte sentiva farsi sempre più imponente il peso dell'incarico non avendo, tra l'altro, delle origini aristocratiche. Forse non sarebbe troppo azzardare a dire che quello dopo Commodo fu un governo «tecnico»: era un titolo che non sentiva suo. Il ripristino della legalità, i tagli alla spesa pubblica, la vendita all'asta dei beni di Commodo erano i suoi punti fermi. Sono misure che conosciamo fin troppo bene. Poi il buio. O meglio, la congiura e quindi la tempesta. Non manca il gossip. Come il nomignolo che gli era stato affibbiato: «Parlabene», lo chiamavano, perché parlava bene e razzolava male. Tre furono i tentativi di congiura. Restò sottomesso da quella militare. Non gli perdonarono nulla. Ma Settimio Severo lo deificò.

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