Staminali e Sla, un altro gol per la cura di Vescovi
L'uso di staminali cerebrali per la cura della Sla é sicuro, e dà anche dei piccoli miglioramenti che fanno ben sperare per il loro utilizzo come cura. Lo ha dimostrato il test clinico di fase 1...
L'uso di staminali cerebrali per la cura della Sla é sicuro, e dà anche dei piccoli miglioramenti che fanno ben sperare per il loro utilizzo come cura. Lo ha dimostrato il test clinico di fase 1 della terapia, su 18 pazienti, coordinato da Angelo Vescovi, direttore scientifico dell' Irccs Casa del Sollievo, presentato ieri a Roma. Le cellule, ottenute in laboratori certificati da feti abortiti per cause naturali e quindi prive di problemi etici, sono state iniettate senza effetti collaterali gravi a tre anni dall'intervento. «Questo non é ancora una cura, ma ci permette di avviare la sperimentazione di fase 2 nel 2016 - ha spiegato Vescovi - su 60-80 pazienti e con un protocollo che stabiliremo con i nostri partner americani ad ottobre. Ma lo studio ha anche dimostrato che esiste un metodo certificato dall'Autorità europea di produrre migliaia di cellule nervose umane a partire da un singolo prelievo, e questo avrà delle grandi ricadute anche sulle altre patologie neurodegenerative. Le nostre cellule sono a disposizione di tutti i centri del mondo che vogliono iniziare una sperimentazione». Oltre ad avviare la fase 2 sulla Sla il gruppo depositerà ad ottobre la domanda per iniziare una sperimentazione di fase 1 su pazienti con Sclerosi Multipla. «Arrivare a questo test era la parte più difficile, abbiamo impiegato anni - spiega l' esperto - ora speriamo che tutto diventi più veloce". Lo studio é finanziato da un pool di fondazioni private fra cui quella di Generali, ed é coordinato dall'associazione Revert Onlus. «La strada é lunga - ha sottolineato monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia e della onlus - ma dopo oggi siamo più consapevoli nel poter dare una speranza».
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