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"Il mio campione morto dopo essere finito su uno spunzone di legno"

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Parla Sergio Frisetti, proprietario della scuderia Tamara

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Due anni fa, durante un allenamento, il suo cavallo morì impalato sullo steccato distrutto al confine tra la pista di allenamento e il campo rom della Barbuta. Oggi Sergio Frisetti proprietario della scuderia «Tamara» e del purosangue, ha ancora una causa aperta per ottenere giustizia.     Signor Frisetti, cos'è successo esattamente? «Il mio cavallo si stava allenando quando, dopo aver scartato, ha disarcionato il fantino finendo contro un legno spezzato della recinzione».     È morto sul colpo? «Non esattamente. Si è rialzato, ha camminato fino alla scuderia e lì è morto dissanguato».     Una perdita enorme. «Sì, a parte l'amore che si può provare per un esemplare così bello, l'incidente ha spezzato la vita di un purosangue che andava molto bene in allenamento e che prometteva ancora meglio in gara».     Ha idea di chi possa esser la colpa di quanto accaduto? «Non me la sento di giudicare, visto che da parecchio tempo non frequento l'ippodromo di Capannelle. Ho una causa aperta con l'assicurazione della società, il cavallo è morto a causa della malcuranza degli steccati. Se siano stati i rom del campo vicino alla pista, il fatto non cambia. Ho perso un purosangue unico. Una morte assurda, per la quale voglio giustizia». Il cavallo della scuderia "Tamara" non è stato l'unico a pagare le conseguenze dello scempio messo in atto da oltre un decennio nell'ippodromo romano. La frattura dell'osso del collo, dopo la caduta in una delle tante buche nel tracciato, è costata la vita a un altro purosangue un mese fa. Per chiarire le cause dell'«incidente», denunciato ai carabinieri, si aspetta l'esito dell'autopsia, mentre ai fantini non resta che confidare nella clemenza dei vicini «dispettosi».

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