La Grecia si arrende a Roma e al Colosseo
Sbloccato l'espatrio di 9 statue destinate alla mostra "Terra antica". E il Consorzio per i Fori allarma i sindacati: un incontro subito al Mibac
Finalmente hanno riempito il loro posto rimasto finora vuoto le nove opere dell'antica Grecia mancanti della mostra Terra Antica - Volti, miti, immagini della terra del mondo antico al Colosseo. La visitatissima mostra era stata inaugurata il 23 aprile scorso senza di loro. Sono rocambolescamente sbarcate ieri mattina all'aeroporto di Fiumicino, in ritardo a causa dei postumi dell'incendio e premurosamente scortate dagli archeologi del Museo Archeologico Nazionale di Atene edel Museo dell'Arte Cicladica Goulandris sono arrivate all'Anfiteatro Flavio. Un contrattempo dovuto «al cambio di governo in Grecia e all'insediamento del nuovo comitato che deve autorizzare i prestiti». La richiesta, fanno sapere dalla Soprintendenza era partita almeno sette mesi fa. «Sì certo c'è stato un ritardo per avere l'autorizzazione all'espatrio - spiega il dr. Kavvadizs del Museo Archeologico Nazionale di Atene -ma ora siamo qui e le opere non si muovono fino all'11 ottobre. Non c'è più nessun problema». Mentre lo dice osserva con sguardo amoroso nella teca dove è stato appena collocato un pithos (cioè anfora) trovato a Tebe pressocchè integro e risalente all'VIII secolo cioè all'eta d'oro di Esiodo. «È la prima volta che esce dalla Grecia, è un' anfora di terracotta funeraria - spiega - conteneva le ceneri di un bambino». E decorato con animali, uccelli di fiume, pesci, serpenti e la figura centrale di una dea delle foreste, la Signora delle fiere, vestita con una tunica da regina . Poche sale più in là,, con estrema cautela, si stanno togliendo dalle casse anche le altre statue che andranno ad arricchire l'esposizione. In particolare c'è molta curiosità per la statua femminile-simbolo della mostra, quella che appare su tutti i manifesti pubblicitari. Appartiene all' Antico Cicladico II ( 2800-2300 a.C.)ed è del tipo Spedos. Il momento è solenne. Quando la statuetta di marmo che rappresenta la dea Terra (nata dal Kaos con i suoi monti, i mari, il cielo) viene liberata dagli strati di polistirolo che la proteggono ulteriormente attira, subito si di ségli scatti dei fotografi presenti, come una vera star. Gli archeologi greci controllano se ha subìto qualche trauma. In particolare intorno a tre giunture. «Era stata ritrovata spezzata in tre parti ed è stata ricomposta» spiega l'archeologa. La lentezza e attenzione con cui viene manipolata ricordano quelle degli artificieri che disinnescano un ordigno. È sorprendente come questa statuetta riesca a condensare in sè l'essenza dell'antichità più arcaica e la cifra di una sfacciata modernità. «È proprio questo il motivo per cui è stata scelta come testimonial della mostra al Colosseo - spiega l'archeologa Marta Guerrini -Sembra una statua di Brancusi e invece risale a tre secoli prima di Cristo». Spaziale. A tornare con i piedi per terra ci pensano però i sindacati Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa. Proprio ieri hanno fatto sapere che «la costituzione del Consorzio per i Fori di Roma , firmato da Ministero e Amministrazione capitolina» non va bene. «Tutta l'area archeologica di Roma finirà in mano ad un consorzio per la gestione del sito culturale più importante al Mondo 6,5 milioni di visitatori l'anno e oltre 42 milioni di euro di incasso con le sole biglietterie- sostengono - Chiediamo al ministro un incontro per fare chiarezza su quella che ha tutti i contorni di un'operazione segreta». Si preannuncia maretta.
Dai blog
Generazione AI: tra i giovani italiani ChatGPT sorpassa TikTok e Instagram
A Sanremo Conti scommette sui giovani: chi c'è nel cast
Lazio, due squilli nel deserto