Apocalisse di fuoco in Puglia. Quattro morti sul Gargano
A Peschici turisti intrappolati si gettano in mare. Del Turco chiede l'intervento dell'esercito
Fiamme alte da coprire il sole, l'aria resa irrespirabile da enormi colonne di fumo acre. Mentre le lingue di fuoco che crepitavano nella macchia alimentate dal vento fortissimo di libeccio macinavano velocemente metri su metri: è lo scenario infernale che ieri mattina all'improvviso si sono trovati davanti centinaia di turisti di Peschici, la perla del Gargano, ospiti di ameni villaggi sul mare. Sono scappati in costume da bagno, molti in mutande, senza aver avuto il tempo di rivestirsi. Hanno arraffato quello che hanno potuto e sono fuggiti. Come formiche impazzite si sono riversati in spiaggia verso il mare, per molti unica via di fuga. A fine giornata il bilancio è tragico: quattro morti, tre feriti gravi e più di trecento intossicati. Due vittime sono state trovate carbonizzate in macchina, le altre due asfissiate in spiaggia. «Prima abbiamo visto del fumo poi, in un attimo, dal fumo è comparso il fuoco che in pochissimo tempo è salito dal mare verso il paese. Sembrava che Peschici dovesse essere inghiottita dalle fiamme»: ha raccontato sotto choc Maria Grazia Pastore, in vacanza con la famiglia al villaggio Moresco di Peschici. «Appena ci siamo resi conto del pericolo, siamo saliti in macchina per allontanarci dalle fiamme. Sulla strada poi abbiamo incontrato molti altri turisti che venivano da altre località intorno a Peschici e ci hanno raccontato che c'erano persone bloccate in spiaggia, chiuse in trappola dalle fiamme». La maggior parte dei turisti, comunque, è rimasta prigioniera sulla sabbia arroventata: secondo calcoli della Capitaneria di Porto di Manfredonia, le persone portate in salvo, mediante le imbarcazioni della Guardia Costiera, dei Carabinieri, della Gdf e barche passeggeri, a Peschici sono state tra le 2.000 e le 2.500 mentre a Vieste sono circa 2.000. A Baia San Lorenzo sono state fatte salire a bordo di una motovedetta 10 persone tra cui una donna incinta. Altre 10 sono state caricate a Torre Sfinale, a nord di Vieste. È stata una «vera apocalisse» dicono ora i turisti che aggiungono di essere stati lasciati «in balia di noi stessi». Molti erano inferociti per i ritardi - dicono - dei soccorsi. Come Nicola, ospite degli appartamenti «Serena» nella baia di San Nicola di Peschici. Una baia distrutta dalle fiamme, che «non esiste più», dice la titolare di un bar. Il racconto di Nicola è impressionante: «Il fumo aumentava e rendeva irrespirabile l'aria. Io e mia moglie, con un bambino di un anno e mezzo, abbiamo cercato un varco attraverso il quale fuggire, ma non c'era. In preda alla disperazione ci siamo nascosti in acqua, tra gli scogli e così ci siamo salvati. Sulla baia non c'era più alcuna via di fuga. I soccorsi sono arrivati quando ormai eravamo salvi, le fiamme erano basse e non c'era più alcun pericolo. Scene da apocalisse. La cenere ci finiva addosso, mio figlio che urlava e io mi sentivo impotente. Quando è arrivato il primo gommone di soccorso si sono fermati in acqua e pretendevano che fossimo noi a raggiungerli perché avevano paura che si bucasse. Li abbiamo convinti ad avvicinarsi, urlando. Quando sono arrivati vi abbiamo spinto a bordo le mamme e i bambini che avevano in braccio. Una situazione infernale». In serata il prefetto ha deciso di requisire alberghi a San Giovanni Rotondo e a San Marco in Lamis per trasportare residenti e turisti, quelli più esposti ai disagi. Brucia la Foresta Umbra che sovrasta il Gargano, brucia tutta l'Italia. La cronaca è peggio di un bollettino di guerra. In Abruzzo è emergenza. Domenica pomeriggio il pilota di un Canadair è morto precipitando con il suo mezzo in un'area del parco regionale del Sirente-Velino interessata da un vasto incendio. Una ventina i fronti di fuoco attivi aperti ieri e tutti di grandi dimensioni. Alcune case ed un agriturismo sono stati distrutti, tre alberghi evacuati fra Collepietro (L'Aquila) e Passo Lanciano (Chieti), nel parco nazionale della Majella. A Collepietro, tra Capestrano e Navelli, una decina di case sono state distrutte dal fuoco e un agriturismo è stato divorato dalle fiamme. Il comprensorio di Passo Lanciano, a quota 1.300 metri nel territorio di Pretoro (Chieti), è stato evacuato su disposizione del prefetto di Chieti, Aldo Vaccaro. A Ortona dei Marsi sono stati messi a disposizione cinque autobus per l'evacuazione di gran parte dell'abitato. Tra i Comuni di Casalbordino e Torino di Sangro sono stati distrutti due campeggi e altri due sono gravemente danneggiati. Gli ospiti del campeggio «Macondo» di Torino di Sangro distrutto dalle fiamme, sono stati sistemati in una chiesa. Il presidente della Regione Ottaviano Del Turco ha chiesto al governo l'invio di reparti dell'Esercito e la dichiarazione dello stato di calamità per gli incendi. Il ministro della Difesa, Arturo Parisi immediatamente ha disposto l'invio di reparti degli alpini nelle zone della regione devastate dal fuoco. Continuano a bruciare i monti intorno a Fabriano nelle Marche e in Calabria la situazione è critica a Vibo Valentia e Crotone. Nel Catanzarese hanno trovato riparo all'interno della chiesa matrice gli abitanti di Magisano per tentare di sfuggire al fumo ed alle fiamme che si è sviluppato nella parte bassa del paese. A Sezze in provincia di Latina è stato arrestato dai carabinieri un piromane. «Ho appiccato il fuoco soltanto per il gusto di farlo», avrebbe confessato. Nel '95 era già stato sorpreso e condannato. Un'altra giornata difficile per il Capo del Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso. In mattinata sopralluogo a Capestrano in Abruzzo, dove un vosta incendio da giorni sta distruggendo migliaia di ettari di bosco. Nel pomeriggio è poi volato in Puglia nella aree critiche degli incendi che stanno devastando il Gargano, in particolare a Peschici e Vieste. Anche elicotteri e mezzi da trasporto delle Forze armate sono stati predisposti per fronteggiare l'emergenza incendi in Puglia. È un'emergenza «eccezionale» quella che sta interessando in questi giorni l'Italia perché non si verificava da tantissimi anni ed è causata da «fenomeni dolosi provocati in modo scientifico per creare disagi e fare male a questo Paese»: ha detto Bertolaso aggiungendo comunque che «abbiamo un sistema che sta funzionando, altrimenti sarebbe stato il disastro più totale». Bertolaso ha rivolto l'invito a una collaborazione generale: «Non basta la flotta aerea dello Stato, che pure sta facendo miracoli e purtroppo, paga anche duramente questo impegno», aggiunge facendo riferimento all'incidente mortale avvenuto ad Acciano in provincia de L'Aquila. «Purtroppo - ha avvertito il capo della Protezione Civile - siamo destinati a un combattimento duro. Le previsioni meteorologiche non sono buone». Bertolaso ha rivelato che si sta pensando a «soluzioni aggiuntive», evidenziando che «in Europa mezzi adatti non ce ne sono più. Tutto quello che era disponibile fuori dai nostri confini lo abbiamo sequestrato per integrare la nostra flotta. Ogni tanto gli aeroplani vanno in avaria, ogni tanto i piloti si devono riposare, altrimenti possiamo conoscere situazioni peggiori». Secondo Bertolaso l'impegno deve essere quello di fronteggiare l'emergenza degli incendi quando questi non ci sono: «Abbiamo lavorato moltissimo come programmazione, pianificazione, lotta ai piromani. Tutto deve essere intensificato in modo che quando diamo l'allarme, facciamo le previsioni, diciamo che c'è un grande rischio incendi, il sistema funzioni nel suo complesso».
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