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«Per venire da Roma a Sabaudia ci volevano 4 ore. Oggi è uguale»

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Guido Farò «Quando ero bambino venivo a Sabaudia con i mei genitori. Il tracciato attuale non c'era ancora e per arrivare da Roma mia madre con una Lancia Fulvia ci metteva 4 ore» spiega a Il Tempo,...

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«Quando ero bambino venivo a Sabaudia con i mei genitori. Il tracciato attuale non c'era ancora e per arrivare da Roma mia madre con una Lancia Fulvia ci metteva 4 ore» spiega a Il Tempo , Gino Saporetti proprietario dell'omonimo ristorante di Sabaudia. «Era un viaggio vero. Noi venivamo da Ostia. La vecchia strada era tortuosa e passava per tutti i paesi della pianura pontina. La bassa velocità di percorrenza selezionava anche i flussi del turismo. Non c'era il pendolarismo del week end e alla fine di giugno arrivavano le famiglie con i bambini per restare. Poi negli anni '80 la nuova Pontina accorciò i tempi e le distanze da Roma». «Fu l'epoca degli ingorghi giganteschi che bloccavano per ore la strada sia il venerdì sera sia la domenica per il rientro» spiega Saporetti. In sintesi nonostante il progresso per raggiungere il basso Lazio ci volevano sempre 4 ore, come venti anni prima. Oggi non è più così. La crisi economica e i parcheggi a pagamento sulle dune di Sabaudia, salati come le sue acque, hanno dissuaso la massa dalla toccata e fuga nel mare della maga Circe. Oggi c'è meno movimento da e verso Roma ma la Pontina resta una strada poco amata. «È pericolosa, piena di buche e con poca segnaletica. Fino a qualche anno fa era una roulette arrivare da Latina. Gli incroci erano con i semafori e gli incidenti la normalità. Poi hanno messo le rotonde e il tasso di sicurezza si è alzato». Eppure, la sua storia non fu questa. Anzi, la Pontina ha un vissuto glorioso, al passo con l'innovazione che portò nell'area la bonifica integrale voluta da Mussolini. La strada, che in principiò si chiamava via Mediana, serviva per unire i borghi costruiti con le bonifiche e poi per unire i borghi a Roma. Ma il progetto era anche più ampio e guardava lontano. Spiega Chiara Donati ne "La Pentapoli Pontina" che «Tale strada veniva vista come l'emblema dell'avanzata ideale delle nuove legioni nella guerra di bonifica e può essere considerata in sostanza come asse ideale delle bonifiche che collega l'Agro Pontino e l'Agro Romano con l'area della storica bonifica di Ostia, oltre la quale si distendono le bonifiche di Porto e di Maccarese, portate a compimento dal regime fascista». D'altro canto «componente essenziale dell'esperimento totalitario - scrive ancora Donati - fu proprio la rigenerazione della Roma reale, condotta nel mito della Roma antica e nell'intenzione di creare la Roma fascista, per una nuova Italia imperiale. Oltre ai lavori di demolizione e agli scavi per far grandeggiare nell'isolamento i monumenti restaurati, il fascismo lavorò molto per effettuare dopo la conquista politica, una "conquista monumentale" della capitale mediante la fascistizzazione del suo spazio urbano occupandolo con i propri riti, simboli e monumenti». Non a caso la Pontina prende avvio dall'Eur, ovvero dal grande quartiere dove si sarebbe dovuta svolgere l'esposizione universale del 1942. E non è nemmeno un caso che si collega alla via Cristoforo Colombo, ovvero la via che proprio dall'Eur s'avvia verso Ostia antica. La Pontina diventa strada statale nel 1950. Originariamente si chiamava strada Latina, successivamente venne ribattezzata strada statale 148. Dopo qualche anno, nuovo nome: Pontina. Negli anni '90 viene gestito che all'inizio del 2002 la gestione della strada passerà alla Regione Lazio, che poi devolverà le competenze alle province di Roma e Latina per le tratte di competenza. Ma è agli inizi degli anni Duemila che la Pontina vive un lento declino. Viene declassata da strada extraurbana principale a strada extraurbana secondaria, perché molte uscite sono state ritenute poco sicure; inoltre il limite di velocità è stato abbassato da 110 a 90 km/h nel tratto compreso tra Pomezia e Latina nord (sul tratto tra Spinaceto e Pomezia il limite è stato ulteriormente abbassato a 80 km/h data la sua pericolosità). Nell'ultimo periodo il tratto tra Latina e Terracina è stata dotato di uno spartitraffico più largo a scapito delle corsie.

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