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Addio a Sanson, re dei gelati italiani

L'Udinese, di cui fu presidente, oggi gioca con il lutto al braccio

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È morto, a 86 anni, Teofilo Sanson, il re dei gelati. Il decesso è avvenuto ieri nel tardo pomeriggio a Verona, dove ha sede la sua industria. Sanson è stato presidente dell'Udinese dal 1976 al 1981. E la squadra ha deciso di scendere in campo oggi a Bologna con il lutto al braccio. Nato a Conegliano Veneto nel 1927, Sanson oltre ad essere conosciuto per la sua attività imprenditoriale nel settore dei gelati, era un uomo molto attivo nello sport, dal calcio al ciclismo, dal rugby alla pallanuoto. Fu introdotto nel calcio da Franco Dal Cin e con lui iniziò l'era moderna e la rinascita dell'Udinese che trasformò in società per azioni nel giugno del 1976. Prese la squadra in serie C da Pietro Brunello e con Dal Cin direttore generale e Livio Fongaro in panchina sfiorò la promozione ottenendo il secondo posto dietro alla Cremonese nel primo anno di gestione. Successivamente affidò la squadra a Massimo Giacomini che nel giro di due anni ottenne la doppia promozione dalla C alla A. Nella stagione 1977/78, l'Udinese di Sanson vinse la Coppa Italia semi-professionisti. Concluse la sua avventura a Udine nel maggio del 1981 dopo una sofferta salvezza, lasciando il club a Lamberto Mazza. Di lui si ricordano anche le grandi idee commerciali. Riuscì, sfruttando una piega del regolamento, a mostrare in una gara di serie B della stagione 78/79 contro il Foggia, il logo della Sanson sui pantaloncini, operazione che gli fruttò un enorme ritorno di immagine a fronte di una multa di 50 milioni di lire. Dopo l'abbandono dell'Udinese, non lasciò del tutto il mondo del calcio. Continuò a seguire il Torino da tifoso e si impegnò come socio onorario del Verona.

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