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Baby squillo, «100 euro in più per un bacio»

squillo

Nell'inchiesta sulle due giovani dei Parioli spuntano le cifre per rapposti sessuali "particolari"

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I nostri nonni lo chiamano «limonare». I nostri genitori «pomiciare». Gli adolescenti lo chiamano «slinguazzare». La pratica non cambia. Alla fine il risultato è sempre lo stesso: baciarsi in maniera appassionata. Ma come tutto ha un prezzo. Soprattutto se si chiede a una prostituta, che per antonomasia non bacia mai i suoi clienti. Ma se «l'amante» di turno è facoltoso e lo richiede, ecco scattare la risposta: «Per cento euro in più facciamo "frech kiss"». Il bacio con la lingua durante il rapporto sessuale. È quanto emerge dalle carte sull'inchiesta sulle baby squillo dei Parioli, cioè sulle due minorenni romane, una indagata per induzione alla prostituzione, che avevano incontri a luci rosse con uomini tra i 19 e i 60 anni nell'appartamento della Roma bene. E in varie città italiane. Nelle numerose informative in mano agli inquirenti, alle intercettazioni telefoniche e agli sms, spuntano anche le pratiche sessuali e i sovrapprezzi per le prestazioni che chiedevano i clienti. Tra questi, appunto, il desiderio degli uomini di poter baciare in bocca durante l'amplesso le ragazzine che si prostituivano. In un'intercettazione del 4 ottobre scorso tra uno degli arrestati e un cliente, quest'ultimo chiede dettagli su ciò che sono disposte a fare le minori durante l'incontro sessuale. Paolo: «Si sta un po' di ore?». Pizzacalla: «Ma scusami te l'ho spiegato l'altra volta...ma». Paolo: «Senti ok, io ho detto...lei fa tutto?». Pizzacalla: «Sì». Paolo: «Lei bacia anche?». Pizzacalla: «Sì sì». Paolo: «Vabbè, mi ha scritto tutto già». Secondo quanto ha accertato la magistratura durante gli interrogatori dei clienti e delle ragazzine, il bacio costava 100 euro in più rispetto al prezzo della prestazione sessuale che variava dai 200 ai 1000 euro, in base, soprattutto, al tempo che trascorrevano insieme cliente e minorenne. Gli incontri, a volte, venivano anche organizzati per uomini che arrivavano da diverse città italiane, dal Nord al Sud, dalla Sardegna alla Sicilia, dalla Lombardia al Piemonte. E viceversa. Cioè le minori partivano anche per le città italiane per incontrare i clienti. E per avere un rapporto sessuale con le minorenni, gli uomini, secondo la procura di Roma e in base a quanto messo nero su bianco dagli investigatori, erano disposti a pagare biglietti aerei in anticipo e saldare il «conto» una volta nella casa dell'«amore». Il protettore: «Te l'ho detto il pagamento del biglietto aereo e poi il resto ce lo date in contanti quando...appena arriviamo». Il cliente: «Si certo..certo». P: «Il pagamento dell'aereo lo fate in anticipo, ci prendete il codice col volo e poi...quello ve la vedete voi...ci date il codice e noi andiamo a prendere il biglietto». Intanto ieri non c'è stato nessun ritorno in libertà per tre degli arrestati il 28 ottobre scorso. Lo ha deciso il Riesame che ha negato la richiesta di scarcerazione formulata dai legali del commercialista Riccardo Sbarra, dell'autista-pusher Mirko Ieni e della mamma di una delle due minori. Per quanto riguarda gli altri due arrestati, il caporalmaggiore dell'Esercito Nunzio Pizzacalla e il commerciante Mario De Quattro, il primo ha rinunciato al ricorso al Tribunale della Libertà, mentre il secondo è già da qualche tempo agli arresti domiciliari per motivi di salute.

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