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La Chiesa non cresce per proselitismo ma per attrazione

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Il Papa ad Assisi parla a braccio e chiede ai coniugi di perdonare, ai preti di evitare omelie interminabili e noiose, ai catechisti di essere «antenne che ricevono»

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dall'inviato Andrea Acali ASSISI «La Chiesa non cresce per proselitismo ma per attrazione». Ancora una volta, durante la sua visita ad Assisi, il Papa ha fatto numerose aggiunte a braccio al suo discorso, che questa volta, dopo il pranzo con i poveri al centro assistenza della Caritas, era rivolto al clero, ai religiosi e ai membri dei consigli pastorali riuniti nella cattedrale di S. Rufino, dove è stato accolto da una meravigliosa infiorata. Parole scaturite dal cuore e dall'esperienza pastorale. Come quelle dedicate al perdono: «Chiedersi scusa, riconoscere i propri sbagli e chiedere perdono ma anche accettare le scuse degli altri, perdonando. Quanto è importante questo! Penso a quei matrimoni che dopo tanti anni si separano: non ci intendiamo più, ci siamo allontanati... Forse non hanno saputo chiedere scusa in tempo, perdonare in tempo. Agli sposi novelli do sempre questo consiglio: litigate quanto vi pare; se volano i piatti, va bene. Ma mai finire la giornata senza fare la pace» ha detto il Papa interrotto dagli applausi. «Magari dire: scusa, ero stanco oppure basta solo un "gestino". Questa è la pace, questo è il segreto che evita tante separazioni dolorose». Francesco ha sottolineato l'importanza di ascoltare la parola di Dio: «Penso al sacerdote - ha detto - che deve predicare: come può se prima non ha ascoltato nel silenzio, con il cuore? Penso a quelle omelie interminabili, noiose, dove non si capisce niente... Questo è per voi!» ha detto scherzando rivolgendosi ai preti. Ma poi ha parlato ai genitori «che sono i primi educatori: come possono educare se la loro coscienza non è illuminata dalla parola di Dio? Poi papà e mamma si lamentano per i figli... Ma che testimonianza gli hanno dato? Della parola di Dio o della parola del telegiornale?». Quindi il Papa si è rivolto ai catechisti ricordando che «bisogna essere antenne che ricevono, sintonizzate sulla parola di Dio per essere antenne che trasmettono». Infine, ancora una volta il Papa ha parlato delle «periferie esistenziali»: «Quando ero a Buenos Aires c'erano bambini, di buona famiglia, della classe media, che non sapevano farsi il segno della croce. Domandiamoci se accade lo stesso qui perché sono le periferie esistenziali dove Dio non c'è».

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