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Lazio, ora la scossa deve darla anche Lotito

Squadra e società da ristrutturare, serve l'impegno del presidente

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Tifosi delusi, preoccupati, quasi rassegnati a un inevitabile R]ridimensionamento dopo aver vissuto un ottavo di Champions contro il Bayern. Stasera saranno meno della metà dei 65.000 festanti che salutavano la squadra il 28 maggio scorso dopo aver raggiunto il secondo posto in campionato, miglior risultato dell’era Lotito. Un anno dopo è tutto cambiato, compreso Sarri che non è riuscito a incidere come era accaduto in passato. Il flop clamoroso e inatteso dei big, il mancato inserimento dei nuovi, meno forti delle previsioni ma sicuramente rimasti coinvolti nelle discutibili scelte del vecchio allenatore e nel caos generale: colpa di tutti, adesso l’ottavo posto attuale può essere migliorato agganciando l’Europa League ma può anche essere peggiorato nelle ultime sette giornate. Diciotto sconfitte in 43 partite ufficiali certificano il disastro con Tudor che cerca di rimettere insieme i cocci di una truppa sgangherata che ha regalato il derby ai dirimpettai cittadini come ultima perla di una stagione maledetta. Tant’è, ora c’è bisogno di progettare, di rifondare, di avere idee giuste per programmare la prossima annata. Da ora, da subito. Certo, il passato non depone a favore dei tempi lotitiani con un presidente che nei prossimi mesi sarà impegnato nella campagna elettorale europea, Ecco il problema da risolvere, al di là del fatto che molti tifosi sperino dopo vent’anni nel cambio societario, sarebbe già un grande passo avanti se Lotito dedicasse più tempo a ristrutturare la sua creatura. O lui in prima persona, oppure inserendo nell’organigramma qualche altro dirigente per delegare alcune scelte pesanti che il club sarà chiamato a fare. Ipotesi impossibile, serve Lotito in prima persona che oltretutto conferma di essere fortunato e bravo quando si tratta di ricostruire meno quando bisogna fare il salto di qualità. Senza i soldi della Champions sarà difficile gestire una rosa con ingaggi appesantiti e giocatori difficilmente piazzabili sul mercato. Senza dimenticare un settore giovanile da potenziare per poter nei prossimi anni avere qualche risorsa in più da investire. Facile a dirsi, difficile da attuare, ma la scossa adesso la deve dare il senatore.
 

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