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Tudor prova la Lazio con la difesa a tre

Possibile passaggio al 3-4-2-1 ma il tecnico croato riflette se cambiare già contro la Juventus

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Tante idee, molte novità e la voglia di riportare la Lazio in zona Europa oltre che dare tutto nella semifinale di coppa Italia contro la «sua« Juve. Il primo giorno di Igor Tudor a Formello con la squadra nella speranza di invertire la rotta di una stagione finora tormentata e piene di sconfitte (16 su 39 partite).
Tende la mano al gruppo, magari saranno anche frasi di circostanza ma il tecnico croato vuole rivoluzionare la Lazio. «[TESTO-BASE]Bisogna mettersi a lavorare - spiega ai canali ufficiali del club - con intelligenza e nel modo giusto. Quando vieni da un allenatore che fa un altro tipo di calcio ci vuole un po’ di adattamento e di tempo. Penso che c’è un gruppo sano, di gente che lavora e si applica. Tocca a me di trasmettere al più presto le idee che ho nella testa, penso che faremo in fretta». E ieri vagiti di difesa a tre seppure con partitelle nove contro nove poco attendibili anche per i sei nazionali sparsi per il mondo oltre agli infortunati Pellegrini, Patric (può farcela), Rovella (sempre con la pubalgia) e Provedel (ci prova per il derby del 6 aprile). In realtà tutto confermato nel pomeriggio, provato il 3-4-2-1 (Casale-Romagnoli-Gila dietro), siamo solo all’inizio ma la voglia di cambiare è evidente (Felipe e Luis Alberto dietro al Taty o Immobile). Il sì a Lotito è stato facile come chiarisce il tecnico: «La Lazio è un club prestigioso, uno di quelli che chi fa questo lavoro vorrebbe allenare. Ci sono giocatori forti e una tifoseria speciale, non si può non accettare». Conosce solo due calciatori per averli allenati nelle precedenti esperienze in panchina: «Guendouzi non l’ho ancora visto. È un vincitore, uno che ha questa mentalità pazzesca che ci vuole specialmente in queste squadre, Casale è un ragazzo d’oro, un giocatore forte che sarà sicuramente utile». Sarà una Lazio aggressiva, meno palleggio e più gioco in verticale. In teoria sembra facile poi c’è il campo: due volte Juve e derby per cominciare con una partenza da brividi. Tudor svela le sue idee: «Da giocatore facevo lo stopper e qualche volta il centrocampista ma mi piace molto lavorare sulla fase offensiva, non rinunciando alla difesa. Voglio vedere tutto: fase offensiva, difensiva, transizioni, grinta, qualità di gioco, possesso, corsa nello spazio. Penso che il calcio moderno vada in quella direzione, non bisogna essere noiosi. Proverò a fare tutto questo, sono uno che non si accontenta mai».
Come detto, si suda a Formello (come accadeva anche nelle scorse settimane) anche oggi due sedute per cominciare a trasmettere alla squadra. Al di là dei moduli, Tudor sceglie il dialogo, studia tutto prima di prendere decisioni che possono avere un peso importante in questo finale di stagione. La Lazio vuole smentire le cassandre che danno per già finita la stagione e ritornare a lottare come succedeva l’anno passato. La rivoluzione è cominciata.. 
 

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