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Lazio, colpa di tutti ma il divorzio è impossibile

Lotito e Sarri legati dal contratto fino al 2025 del tecnico:

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Il nono posto in classifica certifica i problemi in casa lazio. La classifica è ancora corta in campionato, c’è un ottavo di finale di Champions contro il Bayern Monaco da onorare, più la semifinale di Coppa Italia contro la Juventus: incredibile, una squadra in chiara crisi di rigetto è ancora in corsa su tre fronti magari con poche possibilità di raggiungere gli obiettivi ma il calcio racconta di resurrezioni improvvise e, a volte, imprevedibili. La risposta quindi è sì, si deve aspettare a prenotare l’ombrellone a Fregene per pensare alla prossima stagione. Ma c’è un ma, grande come una casa: serve una scossa. Può arrivare dalla società, non con i blitz di Lotito al centro sportivo di Formello o da Sarri con una variazione allo spartito che sembra impossibile riuscire a interpretare. Le previsioni che ciò accada sono vicino alla zero, quindi resterebbe l’esonero, peraltro giustificato dalle continue lamentele del tecnico sulla rosa a disposizione, modello Mourinho per intenderci e sappiamo com’é andata a finire sull’altra sponda del Tevere. In realtà la situazione è chiara, il feeling tra presidente e allenatore è ai minimi termini, ma l’uno non manderà via l’altro, né il tecnico si dimetterà. A legarli i soldi, solo quelli. Nessuno pensa al bene supremo, la Lazio, nessuno cambia o ammette gli errori commessi. Va così nel mondo biancoceleste malato di tafazismo cronico. 

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